giovedì 31 gennaio 2019

La Favorita

"La Favorita" (The Favourite) di Yorgos Lanthimos. Con Olivia Colman, Emma Stone, Raquel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn, James Smith, Mark Gatiss e altri. Grecia 2018 ★★★★+
Di regola i film in costume non mi attirano, specie quando sono ambientati nel secolo dei Lumi ma anche dei cicisbei nonché degli abbigliamenti e delle acconciature più ridicoli della storia dell'umanità, ossia il Settecento europeo; ma non ho avuto dubbi nel farmi tentare da La Favorita: considerati i notevoli precedenti del regista greco in The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro, specializzato in opere che hanno sempre un fondo inquietante, disturbante e un che di distopico, ero curioso di vedere come avrebbe affrontato una vicenda storica e dei personaggi realmente esistiti di cui esiste un'ampia documentazione e non sono stato deluso, anzi. Lanthimos conferma tutto il suo talento, padroneggiando il racconto con maestria, curando i dettagli in maniera maniacale, scegliendo un molto cast ben assortito e confezionando un film appassionante, divertente, sottilmente beffardo che ha il suo punto di forza in un trio di attrici eccellenti, protagoniste di un'interpretazione sia corale, sia quando duettano, sia come soliste assolutamente di prim'ordine, in cui si superano a vicenda per bravura. Si tratta di Olivia Colman, Raquel Weisz ed Emma Stone nella parte, rispettivamente, della regina Anna (Stuart), malaticcia e caratterialmente debole e instabile; di Sarah, la sua Favorita Lady Marlborough, sua amica e complice fin dalla gioventù, una donna determinata, sua consigliera ed eminenza grigia; e Abigail Hill, cugina povera di Sarah, che viene accolta a corte proprio da Sarah con compiti umili ma grazie alla sua viva intelligenza e astuzia riesce non solo a entrare nelle grazie della regina ma a soppiantare Sarah mandando all'aria i suoi piani, che sarebbero di continuare la belligeranza con la Francia (il regno di Anna è del primo decennio del 18° secolo, all'epoca della guerra di successione spagnola che si combatte sul suolo continentale e le truppe comandate dal marito John Churchill vi sono impegnate) sostenendo la politica dei suoi alleati whigs, il partito delle classi elitarie per eccellenza, favorevole alla prosecuzione del conflitto, mentre per una pace con la Francia erano i tories, che rappresentavano soprattutto i proprietari terrieri, contrari all'inasprimento delle tasse che la prosecuzione della guerra avrebbe reso inevitabile: questo il contesto in cui si svolge la competizione tra le due cugine, la cui influenza sulla regina si esercitava in entrambi i casi attraverso l'attrazione fisica che Anna aveva per loro, ma per tratti caratteriali opposti: quanto Sarah era volitiva, schietta, senza alcun timore reverenziale nei confronti della sovrana (la loro relazione era di così antica data che si chiamavano coi nomignoli che s'erano date da ragazze), Abigail era più osservatrice, accondiscendente, gentile: ci sapeva fare; inoltre era animata da una capacità di adattamento e sopravvivenza, ammaestrata dalle traversie che aveva dovuto superare nella sua esistenza, che l'altra non aveva. Il lato divertente è osservare come aumenti il livello di perfidia delle due "contendenti" col crescere della complessità delle strategie per raggiungere i rispettivi scopi, ma anche la capricciosità della regina è all'altezza, per cui il risultato di questo scontro di intelligenze femminili è decisamente godibile. Prova ampiamente superata da Lanthimos, come accennato il terzetto Colman-Stone-Weisz si equivale in bravura e merita di essere apprezzato.

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