domenica 27 settembre 2020

Undine - Un amore per sempre

 

"Undine - Un amore per sempre" (Undine) di Christian Petzold. Con Paula Beer, Franz Rogovski, Maryam Zaree, Jakob Matschenz, Gloria Endres de Oliveira, Rafael Stachoviak e altri. Germania, Francia 2020 ★★★

Col vizio che hanno i distributori nostrani di italianizzare i titoli dei film stranieri (qui con l'aggiunta di "un amore per sempre", che è ciò a cui aspirano i due protagonisti principali della storia, sostanzialmente uno spoiler) non si capisce perché stavolta abbiano lasciato in lingua originale Undine, che è la versione tedesca di Ondina: una per tutte la Valla, prima italiana a vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi, combinazione nell'edizione del 1936 a Berlino, che della bella e malinconia favola di Petzold è coprotagonista. La Undine impersonata dalla giovane, fresca e bravissima Paula Beer è una storica free lance che lavora al Märkisches Museum della capitale tedesca e racconta, fornendo esaustivi chiarimenti attraverso una serie dei plastici dei successivi interventi urbanistici e architettonici sulla città, il suo continuo ripensarsi adattandosi alle necessità e ai mutamenti storici, in particolare dal secondo dopoguerra quando, divisa in due, fu ricostruita con criteri opposti, ispirati alle ideologie che sorreggevano i rispettivi sistemi, a Est e a Ovest, "vetrina" per entrambi, e poi anche dopo la caduta del Muro nel 1989, quando si trattava di reintegrarsi a vicenda. Rigenerarsi: come capita a Undine, che viene lasciata dall'uomo Johannes, che le aveva giurato fedeltà eterna. Le ondine, però, sono in origine delle ninfe, esseri acquatici, già presenti nella mitologia dell'antica Grecia (lo erano le Sirene) come anche in quelle germaniche (la Lorelei della Canzone dei Nibelunghi, la Sirenetta a Copenaghen), destinate ad incantare gli uomini, talvolta in maniera ingannevole, altre in modo amichevole, e così alla nostra storica dell'architettura capita di ammaliare inconsapevolmente Christoph in occasione di una visita guidata attraverso le sue spiegazioni, e l'entrata di questo giovane palombaro industriale (Franz Rogovski, già partner della Beer nel notevole La donna dello scrittore, sempre di Petzold) nella sua esistenza è fin dall'inizio segnata dall'elemento acquatico, l'esplosione di un acquario in un locale, che sommerge i due "naufraghi", una sorte di Cupido liquido che sparge pesci tropicali e schegge di cristallo invece che scoccare frecce. E' un colpo di fulmine che sembra destinato a durare in eterno e segnato dall'elemento acqua (data anche la professione di Christoph) fino al giorno in cui il giovane la chiama arrabbiato perché lei non gli aveva detto che durante una passeggiata avevano incontrato proprio Johannes. Lui, che è estremamente sensibile, se ne era accorto dal battito accelerato del suo cuore e non transige sul principio che in amore non occorra nascondersi nulla. Da qui la fiaba prende un andamento ancora più onirico, lei lo cerca ma lui non risponde, succedono cose strane e tragiche, comprese la vendetta promessa da Undine a Johannes e un incidente sul lavoro a Christoph, ma è sogno o realtà? L'interpretazione è lasciata allo spettatore: mentre Christoph ricostruirà la sua esistenza ma senza dimenticare mai quel suo (impossibile?) amore, non si sa se ne sarà capace e dove sparisca Undine, che del reinventarsi di una città come Berlino aveva fatto il fulcro del suo impegno professionale. Immagini quanto mai suggestive, quelle di un mondo sommerso, pieno di simboli, un'atmosfera dove reale e fantastico si incontrano e si integrano e si fondono, come spesso nei film di Petzold costituendone il fascino e il punto di forza. Ancora una volta un ottimo lavoro. 

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