"Molecole" di Andrea Segre. Con Andrea Segre, Elena Almansi, Maurizio Calligaro, Gigi Divari, Giulia Tagliapietra, Patrizia Zanella e altri. Italia 2020 ★★★★★
Presentato martedì scorso alla serata di pre-apertura della 77ª Mostra del Cinema di Venezia, Molecole è qualcosa di più e di diverso di un documentario (a cui Andrea Segre si dedica da sempre) come anche di un'opera di finzione o di un atto d'amore nei confronti della città, piuttosto un film profondamente poetico e intimistico sul silenzio: dimensione a cui la Laguna è stata restituita grazie allo svuotamento dalle consuete e calamitose orde di visitatori in occasione del lockdown e che era anche quella del rapporto del regista con suo padre Ulderico, un noto fisico molecolare che di Venezia era originario, scomparso prematuramente nel 2002 per una malattia congenita. Nato a Padova, dove il genitore si era trasferito per frequentare l'università, e romano d'adozione, Andrea Segre Venezia non l'aveva mai capita del tutto né amata particolarmente, ma vi era sempre girato intorno (l'ultima volta con Il pianeta in mare, documentario che aveva girato assieme a Gianfranco Bettin, in precedenza con Io sono Li facendo base a Chioggia) sempre più da vicino, come attiratovi da una calamita, fino a rimanervi "intrappolato", volontariamente, nel febbraio scorso, quando vi era andato per prepararvi un lavoro teatrale per lo Stabile del Veneto sulle due piaghe che affliggono la città: l'acqua alta e lo strangolamento da parte del turismo di massa. Aveva cominciato a fare dei sopralluoghi e delle riprese mentre il Carnevale era stato sospeso e poi rinviato, la città si andava man mano spopolando dai rari visitatori, restituita alle poche decine di migliaia di residenti rimasti (quelli che ancora possono permettersi di mantenervi un'abitazione), fino a decidere di trascorrervi la quarantena e, dopo essersi fatto raggiungere dalla famiglia nell'abitazione concessagli dallo zio alla Giudecca, approfittarne per scoprire la vera dimensione sospesa di questa città così particolare, fragile e forte al tempo stesso, che dal mare ha tratto la sua ricchezza e al contempo la minaccia, separata però da esso da un microcosmo così particolare come la Laguna, basata su equilibri delicatissimi, un mondo fatto di barene che stanno quasi scomparendo, isole pressoché sconosciute, personaggi sopravvissuti ai tempi ma tutt'ora esistenti e pronti a testimoniare la situazione: Venezia è più che mai a un bivio, e non può salvarsi se sono costretti ad andarsene anche i suoi ultimi figli, gli unici che ancora posseggono le conoscenze e gli strumenti in grado di proteggerla. Questo sullo sfondo, perché cuore del film è il dialogo del figlio con il padre, un dialogo immaginario considerato il non detto tra loro, che prende corpo attraverso le immagini girate dal genitore stesso e dal fratello con una videocamera in Super 8 negli anni Sessanta o altre ancora precedenti facenti parte dell'archivio di famiglia. La voce narrante è quella dello stesso Segre, convinto a cimentarsi dall'amico Giuseppe Battiston che lo ha adeguatamente istruito, e "diretto" da un altro amico e collega. Le musiche, splendide, sono di Teho Teardo, e Molecole qualcosa da non perdere.
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