"Tenet" di Christopher Nolan. Con John Davis Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poesy, Michael Caine e altri. USA 2020 ★★★½
Una missione di spionaggio supersegreta contro una minaccia più terribile di quella dell'olocausto nucleare: il tempo che si riavvolge contro sé stesso, e quindi anche contro i protagonisti, che devono stare bene attenti a non "incontrare" sé medesimi nell'operazione, una manovra a tenaglia spazio-temporale, per salvare l'umanità. E' perfettamente inutile cercare di spiegare il film, che è sì di spionaggio ma, come tutti i film del regista inglese, attraversa disinvoltamente i generi amalgamandoli in modo comunque estremamente spettacolare e avvincente. E gradevole, almeno per me, che non sto a chiedermi la spiegazione scientifica che sottostà alla teoria dell'inversione del tempo (che pure ha le sue basi nella fisica e nella matematica), accontentandomi del fatto che tutto gira attorno al Quadrato di Sator, che da quando sono nato è il soprannome con con cui mi chiama la parte austriaca della mia famiglia, composto dalle cinque parole di un'iscrizione latina che si conserva tuttora in diversi monumenti antichim in buona parte chiese, e che costituisce il palindromo perfetto: SATOR-AREPO-TENET-OPERA-ROTAS. Tenet non a caso è il titolo del film come anche della misteriosa organizzazione messa in piedi per salvare il mondo e in cui il protagonista (senza nome, bene interpretato da J.D. Washington, figlio di cotanto padre), un agente della CIA che viene selezionato dopo aver partecipato a un test a sua insaputa: un'incursione russa sotto copertura per sventare un attacco terroristico al teatro dell'Opera si Kiev. E qui siamo alla seconda parola "magica" che viene disseminata nella vicenda; Sator è il "cattivo", un oligarca russo di nome Andrei, un mefistofelico Kenneth Branagh, che ha messo le mani sull'algoritmo che consente l'inversione temporale (compresi i proiettili che tornano nelle armi che li hanno sparati); Arepo è il nome di un falsario autore di un "Goya" con cui la moglie dell'oligarca tiene sotto controllo il marito, la cui società, naturalmente, non può che chiamarsi Rotas. La vicenda è intricata quanto basta ma fila via liscia: gli ingredienti classici ci sono comunque tutti, l'eroe che salva il mondo, il suo amico-aiutante-socio che ne è caratterialmente l'opposto (Neil, qui l'autoironico Robert Pattinson: ottimo); la bella (questione di gusti: Elizabeth Debicki è Kat, ma con Nolan niente sesso); il cattivo (Sator, ovviamente russo), il mondo da salvare (dall'uomo? alla fin fine sì) il che è anche una scusa per girarlo in lungo e in largo, dall'Ucraina all'India, dalla Siberia alla Costiera Amalfitana, da Londra e Oslo e ancora chissà dove ma non importa, perché il divertimento, per 150' che alla fine non si rivelano eccessivi, è assicurato al di là di qualsiasi verosimiglianza. Più che soddisfacente se ci si vuole distrarre in maniera movimentata: con Nolan si va sul sicuro.
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