martedì 29 settembre 2020

Guida romantica a posti perduti

 "Guida romantica a posti perduti" di Giorgia Farina. Con Clive Owen, Jasmine Trinca, Irène Jacob, Andrea Carpenzano, Teco Celio, Edoardo Gabriellini e altri. Italia 2020 ★-

Attirato da un cast di prim'ordine per una produzione non certo stellare, e da una sorta di film di viaggio in posti inconsueti, sono rimasto deluso dal risultato, essenzialmente per una sceneggiatura piuttosto sciatta che non consente alla commedia di decollare sfruttando le potenzialità degli interpreti, quanto mai adatti al ruolo. Benno e Allegra vivono in due appartamenti soprastanti senza essersi mai incontrati, assorbiti come sono ciascuno nel loro mondo e dai loro problemi esistenziali: uno (Owen) è un giornalista di stanza da anni in Italia per una TV inglese che vive a Roma assieme alla moglie francese (Jacob), un'infermiera, ed è un alcolizzato cronico; l'altra è una blogger di viaggi (compiuti tutti sulla carta e senza uscire di casa) che soffre di crisi di panico e agorafobia e ha una relazione con un ragazzo più giovane (Carpenzano) che ne è innamorato e vorrebbe una relazione più stabile: sono l'opposto l'uno dell'altra, come si addice a ogni classica strana coppia cinematografica, col vizio in comunque di raccontare balle, non soltanto al prossimo ma per primi a sé stessi. Si incontrano per caso per via di un incidente causato dalle rispettive magagne caratteriali e, per una serie di circostanze, si trovano senza vie di uscita se non intraprendono, da perfetti sconosciuti quali sono, un viaggio su una vecchia Golf azzurra, lungo quel percorso di "posti perduti" oggetto di una serie di articoli progettati da Allegra: per una volta dei blog dal vero. In sostanza un viaggio alla ricerca di sé stessi attraverso luoghi che hanno avuto un significato nel passato, che riguarda lei ma anche lui perché, guarda caso, è nato vicino a Standord, meta di questa peregrinazione, una cittadina inglese abbandonata dai tempi in cui fu evacuata durante la Seconda Guerra Mondiale per farne un campo d'addestramento e che "rivive" soltanto il 30 aprile di ogni anno, quando vi si radunano i superstiti cittadini di allora e i loro discendenti. Dopo aver attraversato l'Italia, fermandosi a San Vittorino, poco fuori Roma, dove c'è una chiesa allagata; poi a Crespi d'Adda, caso esemplare di archeologia industriale; un vecchio parco giochi abbandonato e un castello di ferro in Francia; giungono infine, in Inghilterra, in una sorta di base militare e scopriremo, guarda caso, che i loro problemi nascono da traumi famigliari: la morte prematura della madre per Allegra e l'abbandono da parte di entrambi i genitori per Benno. E qui si apre la speranza (è tutto dire) in un ballo sfrenato durante un'alba gelida nel giardino di una casa semiabbandonata sulle note di Pretty Vacant dei Sex Pistols, mentre in precedenza dall'autoradio abbiamo sentito uscire la voce di Piero Ciampi: le due cose migliori di questa pellicola sfilacciata, asfittica, ripetitiva e per il resto poca cosa.

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