domenica 20 novembre 2022

La stranezza

"La stranezza" di Roberto Andò. Con Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Giulia Andò, Rosario Lisma, Donatella Finocchiaro, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi, Filippo Luna, Renato Carpentieri, Luigi Lo Cascio, Tuccio Musumeci, Paolo Briguglia, Tiziana Lodato e altri. Italia 2022 ★★★★★

Un film bellissimo, esemplare, imperdibile per chi ama il teatro (oltre che il cinema): con l'intelligenza, garbo, profondità e insieme lievità che ne contraddistigono l'opera, non stupisce che a dirigerlo e curarne la sceneggiatura (assieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso) sia Roberto Andò, uomo di cultura a tutto tondo, innanzitutto di lettere e di teatro, che però anche dietro la macchina da presa è stato in grado di esprimersi al meglio, e lo dimostra a ogni suo nuovo lavoro. Qui racconta la gestazione di uno dei capolavori di Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca di autore, che nasce in un momento di crisi creativa del grande drammaturgo, dovuto anche a cause personali (la pazzia della moglie, il gilgio ferito gravemente durante la Grade Guerra): siamo nel 1920 e Pirandello, tornato in Sicilia in occasione dell'ottantesimo compleanno di un altro grande letterato, Giovanni Verga (prezioso il cammeo di Renato Carpentieri nelle vesti del  maestro del verismo), passa per la natìa Girgenti (vecchia denominazione di Agrigento) dove è morta la sua balia e, volendosi personalmente occupare delle esequie, si imbatte in una coppia di becchini, a cui affida l'incarico: Nofrio e Bastiano, magnficamente interpretati rispettivamente da Salvo Picarra e Valentino Picone, che sono anche  animatori della filodrammatica locale ("dilettanti professionisti", si autodefiniscono) intenti a mettere in scena una tragicommedia, La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu, di cui stanno facendo le prove che coinvolgono tutti aspiranti attori della città (e che ne esprimono le diverse anime). E' all'intrecciarsi delle dinamiche che avvengono tra gli interpreti, tra palcoscenico e dietro le quinte, finzione e realtà che assiste Pirandello, discreto spettatore delle prove e poi anche della "prima" dello spettacolo, in incognito, dove esse degenereranno in una rappresentazione dove non ci sarà più distinzione tra quanto avviene sulla scena e in sala, in quanto alcuni spettatori si sentiranno presi di mira ed esposti al pubblico ludibrio dagli attori e alcuni di essi, a loro volta, impegnati a regolare delle questioni in sospeso tra di loro, questioni che hanno a che vedere anche con l'onore di Nofrio, gelosissimo della sorella Santina, la sarta della compagnia (e interpretata sontuosamente dalla figlia di Roberto Andò, Giulia), di cui viene a scoprire la tresca con l'amico di sempre e collega, sia sul lavoro sia nella comune passione per il teatro, Bastiano. Si scatena dunque il caos così come sarebbe accaduto, un anno dopo circa, nel 1921, al Teatro Valle di Roma al debutto di quella che è l'opera più famosa di Pirandello, dove si giunse allo scontro fisico tra sostenitori e haters, come si direbbe oggi, dell'autore di quella trilogia di "teatro nel teatro" che comprende, oltre ai Sei personaggi, anche Stasera si recita a soggetto e Ciascuno a suo modo, in cui Pirandello esprime nel modo più compiuto il suo pensiero, o meglio le sue riflessioni, sul rapporto non solo tra verità e inganno, vizi e virtù, la complessità e doppiezza della vita in tutte le sue manifestazioni, ma anche tra autore e attore, pubblico e interpreti, tutti aspetti e manifestazioni di un'esistenza variegata, che cambia senso a seconda dei diversi punti di vista; vita che è teatro e teatro che è vita, per l'appunto. Magistrale, come ci si poteva aspettare da un autentico prodigio, l'interpretazione di Toni Servillo nei panni di un Pirandello misurato, essenziale, questi timido e sotto tono, che tende a sottrarsi, l'esatto opposto di quello straripante Eduardo Scarpetta a cui diede vita in quel Qui rido io di Mario Martone, altra pellicola di grandissimo spessore sul teatro in generale e italiano in particolare e un altro dei suoi personaggi fondamentali, di cui La stranezza è praticamente gemello e di cui condivide l'altissima qualità: attori, fotografia, ambientazione, ritmo, misura e al contempo intensità sono encomiabili. Un film rigoroso, sottile, elegante, di grande equilibrio, di altissima qualità, da non perdere. 

Nessun commento:

Posta un commento