mercoledì 30 novembre 2022

Il piacere è tutto mio

"Il piacere è tutto mio" (Good Luck to You, Leo Grande) di Sophie Hyde. Con Emma Thompson, Daryl McCormack, Isabella Laughland e altri. Gran Bretagna 2022 ★+

Insegnante di religione in pensione da poco, Nancy Stokes, non ha mai provato un orgasmo durante la sua vita sessuale, che peraltro coincide con quella matrimoniale: rimasta vedova, si concede finalmente il tentativo di soddisfare le proprie curiosità e fantasie in materia e ingaggia alla bisogna un giovane di bell'aspetto, nome d'arte Leo Grande, tra quelli offerti nel catalogo di un sito per escort maschili. Per l'agognata occasione, guarda un po', si presenta sotto il falso nome di Mrs Robinson (fantasia sfrenata!) Più che di cinema, si tratta in sostanza di una pièce teatrale in quattro atti filmata con la telecamera, fatta apposta per esaltare la bravura di Emma Thompson, sulla quale peraltro non sussisteva dubbio alcuno, e del suo compagno di ventura Daryl McCormack, già visto all'opera nella serie Peaky Blidners, non male forse proprio per la sua faccia da bambolotto, peraltro ideale per un ruolo da toy boy per signora. I primi tre atti coincidono con i tre appuntamenti che hanno luogo in una camera d'albergo con vista su Londra, che vedono Nancy alle prese col proprio imbarazzo nel dichiarare le sue richieste: davanti al ragazzo che fa di tutto per metterla a suo agio e rassicurarla che è lì apposta per renderla felice e che "andrà tutto bene", estrae un foglietto con appuntata una lista di prestazioni, e questo sarebbe il culmine dell'aspetto comico della vicenda. Tutto il resto è consequenziale e fa parte di un copione di una prevedibilità sconcertante: il rapporto che si dovrebbe sostanziare in una prestazione di servizio finalizzata al piacere "senza conseguenze", finisce per travalicarne il senso per avviarsi alla scoperta l'uno dell'altro e della reciproca vera identità, perché è chiaro fin dall'inizio come in Nancy la natura dell'insegnante abbia il sopravvento per cui, prima ancora di chiedersi perché si sia improvvisamente "svegliata" dallo stato di totale ibernazione dei sensi, si incaponisce ad indagare il motivo per cui un giovine così ammodo, sensibile e intelligente si sia messo a fare il puttano, col risultato di metterlo in crisi quando lo costringe a "giustificare" la propria vocazione e, guarda caso, viene in evidenza il ruolo della madre di lui, irlandese e quindi cattolica, che aveva rinnegato il figlio dopo averlo scoperto da adolescente in situazioni ambigue. In sostanza lui si prostituisce perché la mamma non lo capisce e non lo accetta, mentre Nancy, che pure aveva vissuto l'adolescenza negli inquieti e libertari, pure nell'ipocrita  Inghilterra, anni Settanta, era affogata in una vita coniugale di un piattume e di una noia indicibili senza neanche accorgersene, salvo farsi sorgere qualche dubbio all'alba dei sessant'anni, una volta rimasta vedova e madre di un figlio che lei stessa giudica di una noia mortale, manco l'avesse allevato qualcun altro. Il quarto e ultimo atto si svolge al bar dell'albergo, con le vere identità della "strana coppia" reciprocamente disvelate, ed è la chiusa buonista di una pellicola francamente penosa e insulsa, con Nancy che augura a Leo Grande "buona fortuna", come da titolo originale, e questo dopo che una giovane cameriera l'ha pubblicamente riconosciuta e si ricorda bene che era lei, Nancy, insegnante di religione alle superiori, a definire "troie" le ragazze della classe perché indossavano, a suo dire, gonne troppo corte e, insomma, "se la cercavano". Insomma: un colpo alla botte di qua e un altro di là: il punto di vista delle donne, il diritto alla felicità, la sessualità repressa, il bel ragazzo ovviamente meticcio, bono ma con anima, l'incontro tra due solitudini, tanta fuffa e luoghi comuni messi lì manco si stesse parlando dei massimi sistemi però da "fighi", con destrezza e (falsa) disinvoltura, come se il risultato finale non fosse che, in coerenza peraltro con la mentalità utilitarista anglosassone, tutto si riduce a una questione di quattrini, pure il piacere. Il risultato è irritante, un film cretino e raffazzonato, che fa intravedere una profondità che non esiste. La prestazione di una grande attrice come la Thomposon, unica ragione che mi ha motivato di andare a vederlo, non lo salva. 

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