giovedì 24 novembre 2022

Diabolik - Ginko all'attacco!

"Diabolik - Ginko all'attacco!" di Marco e Antonio Manetti. Con Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Giacomo Gianniotti, Monica Bellucci, Pier Giorgio Bellocchio, Alessio Lapice, Linda Caridi, Ester Pantano, Andrea Roncato e altri. Italia 2022 ★★★1/2

Secondo episodio (non lo definirei seguito o, come si suol dire, sequel) della trilogia dedicata dai fratelli Manetti al Re del Terrore uscito dalla fervida immaginazione delle mitiche sorelle Giussani (il terzo è stato girato in contemporanea a questo ed è in fase di post-produzione), vede alcune novità rispetto al primo, a cominciare dal personaggio principale, che in realtà è l'Ispettore Ginko, come si evince anche dal titolo. L'altra è l'interprete di Diabolik, l'italo-canadese Giacomo Gianniotti, che ha sì gli occhi glaciali dell'eroe del fumetto e pure le physique du rôle, però è totalmente inespressivo e ha una dizione robotica (sempre meglio della Bellucci, nei panni della duchessa Altea di Vallemberg, la donna amata da Ginko, che risulta inascoltabile ancor più che inguardabile: ha raggiunto inarrivabili cime abissali di incapacità). Come notava l'amica con cui ho visto il film, senza tuta e senza maschera non lo si vede quasi mai, a differenza di Luca Marinelli nel film precedente, forse perché da bravo criminale è il caso che si faccia notare il meno possibile con il suo vero volto. Però incombe. Soprattutto nella mente dell'ispettore Ginko, per cui è diventato una vera e propria ossessione, e che qui organizza una trappola per far cadere nella sua rete l'eterno avversario. Come nel caso del Diabolik uscito un anno fa, evito di parlare della trama, se non per dire che la storia è tratta dal 16° albo del fumetto, uscito nel 1964, il primo in cui compare Altea (e così abbiamo il lato privato di entrambi i contendenti), e che il poliziotto si lascia convincere che Eva Kant (una sempre impeccabile e splendida Miriam Leone) per vendetta nei confronti di Lui, il quale preferisce fare il colpo invece di portarla in vacanza come una qualsiasi sciurèta, si presti a collaborare alla cattura dell'uomo in tuta nera, soffermandomi invece sulle differenze, abbastanza notevoli, tra i due episodi. Paradossalmente, anche se in questo film c'è molta più azione rispetto al primo, oltre all'uso di tutta una serie di mirabolanti invenzioni create dal criminale, che ricordano quelle che uscivano dai laboratori dell'MI5 nei film di James Bond, a cui comunque i due registi si richiamano anche per le scelte musicali (potente la colonna sonora, e c'è anche un balletto molto anni Sessanta, in cui sembra di essere tra Studio Uno e Canzonissima), l'aspetto fumettistico è ancora più marcato: gli interpreti parlano "come un libro stampato", in questo caso una storia illustrata, per l'appunto, in maniera estremamente didascalica. Oltre all'entrata in scena di Altea, attraverso cui si approfondisce il lato umano, oltre che professionale, dello sfigatissimo ispettore, c'è maggiore spazio anche per altri personaggi secondari, a cominciare dal sergente Palmer (Pier Giorgio Bellocchio), l'agente Roller (Alessio Lapice) e la poliziotta Elena Vanel (Linda Caridi), che alla fine è quella che va più vicina alla cattura del criminale ma che viene miracolosamente graziata dai registi, perché il pugnale che le lancia (lo swisss di antica memoria) non la colpisce dalla parte della lama ma dell'impugnatura e questo è un falso storico: Diabolik, quello vero, non l'avrebbe certo risparmiata! In compenso i Manetti avrebbero potuto risparmiarci la sofferenza di patire l'interpretazione, si fa per dire, della Bellucci: rimane il mistero di capire se la sua scelta sia stata voluta proprio perché Altea è un personaggio vuoto o per pietà. Per il resto, tutto bene, un'ora e 50' di divertimento assicurato, e un prodotto confezionato in maniera eccellente, però il primo film mi era piaciuto di più.

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