domenica 8 dicembre 2019

Pad Man

"Pad Man" di R. Balki. Con Akshai Kumar, Soman Kapoor, Radhika Apte, Riva Rubber,  Urmila Mahanta, Jyoti Subhash, Suneel Sinha, Amithab Bachchan e altri. India 2018 ★★★+
Uscito un anno dopo Toilet, e sulla sua scia quanto a genere e intenzioni pedagogiche, sicuramente encomiabili, Pad Man non ne raggiunge però le vette assolute, benché si avvalga dello stesso interprete principale, il benemerito Akshai Kumar, attore idolatrato in India e che non esita a metterci la faccia quando si tratta di sostenere cause meritorie per la salute e l'educazione delle classi subalterne del suo Paese, e soprattutto combattere pregiudizi tanto più tenaci quanto più affondano nelle tradizioni e superstizioni religiose millenarie, e si basi sulla storia vera dell'imprenditore "sociale" Arunachalam Muruganantham, romanzata da Twinkle Kamma nel suo racconto Sanitary Man of Sacred Land, inventore di una macchina per la produzione di assorbenti femminili a basso costo, di cui si è rifiutato di vendere il brevetto a grandi aziende preferendo metterlo a disposizione, in una sorta di franchising, di cooperative femminili per installarle nelle zone rurali e favorirne sia l'imprenditorialità sia, soprattutto, il miglioramento delle condizioni igieniche attraverso l'approvvigionamento di pannolini a un prezzo irrisorio rispetto a quello delle multinazionali del ramo che riforniscono le farmacie: ora le linee produttive di sua invenzione sono presenti in 23 dei 29 Stati indiani. Tutto nasce dall'amore che Lakshmi Chauhan, che vive in una città del Tamil Nadu, nell'estremo Sud del Paese, ha per la giovane moglie Gayatri: quando si accorge che durante i giorni del ciclo non solo si isola, come da tradizione delle donne locali, in un alloggio di fortuna fuori dall'abitazione di famiglia, ma utilizza come pannolino sempre lo stesso straccio l'uomo, dall'intelligenza vivace e ottima abilità manuale, oltre che provvisto di una certa cultura benché abbia dovuto interrompere gli studi a 14 anni, prima va in farmacia a comprare un pacchetto di assorbenti per la consorte, che però si rifiuta di usarli oltre a essere sconvolta dal loro prezzo; poi comincia a escogitare come fabbricarne di artigianali a un prezzo accessibile, e delle vicissitudini in questo percorso racconta la pellicola, tra lotte ai pregiudizi dei concittadini, problemi di finanziamento, l'abbandono da parte della moglie sobillata dai famigliari, gli sberleffi perfino da parte dei professori da cui cerca di attingere la conoscenza mettendosi al loro servizio. Ce n'è per tutti, dunque, in questa pellicola, sia per l'ignoranza retrograda incoraggiata dai religiosi, sia per l'arroganza e la spocchia di quell'intellighenzia che si vorrebbe illuminata e progressista, finché  Lakshmi non trova in una giovane e colta ragazza di Delhi, deliziosa suonatrice di tabla e figlia di un professore universitario di vedute moderne e laiche, colei che "testa" il suo prodotto quando finalmente, usando della pasta di cellulosa invece che del cotone, riuscirà a ottenerne il modello che aveva in mente e che funziona, nonché colei che lo aiuta a lanciare il suo prodotto convincendo, da donna, altre donne, altrimenti non disposte a parlare di un argomento, come le mestruazioni, ritenuto tabù, con un uomo; infine sarà lei a suggerirgli di presentarsi nel 2006 all'Istituto Indiano di Tecnologia dove conseguirà il premio per la migliore invenzione innovativa e da lì arriverà fino a tenere un discorso all'UNICEF, al Palazzo di Vetro di New York. Non si monterà la testa, proseguirà nella sua opera mantenendosi fedele ai suoi principi, e ritornerà al suo villaggio e alla sua Gayatri, il che rientra nello schema bollywoodiano ma corrisponde pure al vero. Rispetto a Toilet il film è meno scoppiettatante e sciolto, ma si fa comunque vedere ed è ben confezionato, e merita ampiamente la sufficienza.

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