sabato 14 dicembre 2019

Miserere

"Miserere" (Oiktos/Pity) di Babis Makridis. Con Yannis Drakopoulos, Evi Saoulidou, Nota Tserniavski, Makis Papadimitrou, Georgina Chryskioti, Evdoxia Androulikadi e altri. Grecia, Polonia 2018 ★★★★½ 
Un film semplicemente geniale, intercettato appena in tempo prima di finire fuori programmazione: mi aveva ingannato la locandina con un altro "uomo qualunque" in primo piano e il sottotitolo: ...e visse infelice e contento, simile a quella di un'altra pellicola che avevo visto e di cui al solito non mi ricordo il titolo ma qualcosa della trama, e infelicità e solitudine ne erano gli ingredienti di base. Qui abbiamo un uomo, un avvocato sulla quarantina, borghesia ateniese, una bella casa in riva al mare, e un piccolo talento al pianoforte come figlio, con la moglie in coma in ospedale per un qualche strano incidente, che si accorge man mano della bellezza della sofferenza e com'è gradevole essere compatito: dalla vicina di casa che gli porta la torta d'arance a colazione, dall'addetto alla tintoria che ha sempre una parole d'incoraggiamento, dalla segretaria che lo abbraccia al termine della giornata di lavoro, dall'amico che lo sostiene, dal vecchio padre che ha sempre un buon consiglio da dargli. La situazione in ospedale non migliora e a lui va bene così, ci si trova a proprio agio nel ruolo di commiserato, e si esercita pure, per immedesimarsi meglio in questa sua nuova versione di sé, a provare a manifestare la stessa empatia che pretende dagli altri con una coppia di fratelli a cui è stato ucciso il padre durante una stupida rapina a domicilio e che assiste professionalmente: è ovviamente falsa, una messa in scena, ma pian piano qualcosa cambia in lui, fino a fargli esercitare una vera a propria pretesa a essere compatito, rifiutandosi di rendersi conto che i suoi comportamenti anomali vengono tollerati proprio perché si sa che sta passando un periodo difficile. Tutto cambia con il ritorno a casa della moglie, risvegliata dal coma, e dunque a una vita normale, esattamente a metà del film, e da lì in poi per il nostro amico comincia una tragedia personale (a dir poco eccezionale l'interpretazione dai Yannis Drakoupoulos), perché si rende conto di quel che ha perso:  l'attenzione e la pietà del prossimo, e inizia così un avvitamento su sé stesso inesorabile, fino alle estreme conseguenze, per recuperare il gusto della sofferenza e quello che sente essere diventato un diritto alla benevolenza altrui, un percorso nel delirio solipsistico per piccoli, quasi impercettibili scartamenti fino all'epilogo che, ovviamente, vi risparmio. Detto della bravura dell'attore che interpreta quest'uomo senza qualità, sotto la forma di una commedia nera  pervasa da un humor corrosivo non facile da cogliere perché non espresso da parole bensì da situazioni, nonché dal volto imperturbabile del protagonista, il film porta alle estreme e paradossali conseguenze un atteggiamento e un modo di relazionarsi con sé stessi e col prossimo che in realtà è molto comune: autocentrato fino all'inverosimile, che si ritrova spesso in chi si crogiola nella sofferenza, nel lamento senza fine, gode e approfitta della malattia, possibilmente altrui, che diventa dolore da esibire senza ritegno, pur di essere al centro dell'attenzione e di succhiare le energie di chi capita disgraziatamente a tiro. Persone da evitare con cura, ma film da vedere senz'altro.

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