"Batman V Superman: Dawn of Justice" di Zack Snyder. Con Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Diane Lane, Laurence Fishburne, Holly Hunter, Gal Gadot e altri. USA 2016 ★★-
L'unico vero motivo per cui sono andato a vedere questo film è che, scorrendo tra le recensioni, ho intuito che nel "titanico scontro" tra i due l'avrebbe spuntata il Cavaliere Oscuro, l'uomo-pipistrello ma per l'appunto umano, sul Superuomo alieno venuto da Krypton, che non ho mai sopportato nemmeno da adolescente, emblema perfetto dell'americano all'ennesima potenza: del resto ho sempre preferito di gran lunga Gotham City a Metropolis, Paperino a Topolino, Paperopoli a Topolinia, Londra a New York, Andy Capp ai Peanuts, Eureka a Linus, i Rolling Stones ai Beatles e l'Inter al Milan (tralasciando la Juventus), però due ore e mezzo senza che la vicenda fosse tenuta in piedi da una trama più che solida e da una sceneggiatura degna di questo nome, piena di incongruenze, con degli interpreti discutibili e poco nella parte, a parte un discreto Ben Affleck come Batman che però perde il confronto con il Christian Bale de Il cavaliere oscuro - il ritorno, per quanto piene di ritmo ed effetti speciali risultano troppe perfino per un "tifoso" ben disposto allo svacco spettacolarizzato come me, specie quando vede comparire pure Wonder Woman dagli inizi del secolo scorso per non parlare dell'assistere al pentimento postumo di Batman/Bruce Wayne (tramutato in questa pellicola in un assassinio sanguinario) alle doppie esequie (ufficiali con la bara vuota e private col cadavere) di Superman/Clark Kent (ma certamente il suo cuore tornerà a battere e risorgerà sulle sue ceneri nell'immancabile sequel). Buchi nel racconto, dunque; svolte incomprensibili, un che di raffazzonato, buoni spunti, come il mutato ruolo dell'informazione e la contrapposizione tra umano e alieno, lasciati cadere, infine interpreti che lasciano a desiderare: oltre a Ben Affleck regge a malapena, e a sua insaputa, lo stolido Henry Cavill, ma soltanto perché rende alla perfezione, per dono naturale, l'inarrivabile stupidità di Superman; la pur valida Amy Adams riesce a far diventare ancora più insopportabile di quanto sia nel fumetto l'indigesta Lois, mentre il Lex Luthor di tale Jesse Eisenberg è una pessima versione caricaturale del Joker di Heath Ledger e, prima, di Jack Nicholson. Insomma, alla fine il Christopher Nolan della trilogia di Batman batte Zack Snyder con un rotondo e indiscutibile 3-0 e questa sfida tra supereroi potete anche risparmiarvela e aspettare che passi in televisione, ché probabilmente è la sua dimensione più adatta.
L'unico vero motivo per cui sono andato a vedere questo film è che, scorrendo tra le recensioni, ho intuito che nel "titanico scontro" tra i due l'avrebbe spuntata il Cavaliere Oscuro, l'uomo-pipistrello ma per l'appunto umano, sul Superuomo alieno venuto da Krypton, che non ho mai sopportato nemmeno da adolescente, emblema perfetto dell'americano all'ennesima potenza: del resto ho sempre preferito di gran lunga Gotham City a Metropolis, Paperino a Topolino, Paperopoli a Topolinia, Londra a New York, Andy Capp ai Peanuts, Eureka a Linus, i Rolling Stones ai Beatles e l'Inter al Milan (tralasciando la Juventus), però due ore e mezzo senza che la vicenda fosse tenuta in piedi da una trama più che solida e da una sceneggiatura degna di questo nome, piena di incongruenze, con degli interpreti discutibili e poco nella parte, a parte un discreto Ben Affleck come Batman che però perde il confronto con il Christian Bale de Il cavaliere oscuro - il ritorno, per quanto piene di ritmo ed effetti speciali risultano troppe perfino per un "tifoso" ben disposto allo svacco spettacolarizzato come me, specie quando vede comparire pure Wonder Woman dagli inizi del secolo scorso per non parlare dell'assistere al pentimento postumo di Batman/Bruce Wayne (tramutato in questa pellicola in un assassinio sanguinario) alle doppie esequie (ufficiali con la bara vuota e private col cadavere) di Superman/Clark Kent (ma certamente il suo cuore tornerà a battere e risorgerà sulle sue ceneri nell'immancabile sequel). Buchi nel racconto, dunque; svolte incomprensibili, un che di raffazzonato, buoni spunti, come il mutato ruolo dell'informazione e la contrapposizione tra umano e alieno, lasciati cadere, infine interpreti che lasciano a desiderare: oltre a Ben Affleck regge a malapena, e a sua insaputa, lo stolido Henry Cavill, ma soltanto perché rende alla perfezione, per dono naturale, l'inarrivabile stupidità di Superman; la pur valida Amy Adams riesce a far diventare ancora più insopportabile di quanto sia nel fumetto l'indigesta Lois, mentre il Lex Luthor di tale Jesse Eisenberg è una pessima versione caricaturale del Joker di Heath Ledger e, prima, di Jack Nicholson. Insomma, alla fine il Christopher Nolan della trilogia di Batman batte Zack Snyder con un rotondo e indiscutibile 3-0 e questa sfida tra supereroi potete anche risparmiarvela e aspettare che passi in televisione, ché probabilmente è la sua dimensione più adatta.
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