"Medianeras - Innamorarsi a Buenos" (Medianeras) di Gustavo Tarato. Con Pilar López de Ayala, Javier Drolas, Inés Efron, Carla Peterson, Rafael Ferro, Jorge Lanata, Romina Paula. Argentina, Spagna, Germania 2011 ★★★
Godibile e simpatica favola urbana, come l'ha definita il regista, al suo esordio nel lungometraggio ma con un passato di successo nel campo della pubblicità (e lo si nota), è al contempo una garbata commedia sentimentale e il ritratto ironico di una certa categoria di animali metropolitani 2.0, i cosiddetti "nativi digitali", diffusi a ogni latitudine, visti però dalla particolare angolazione del Barrio Norte della capitale argentina, tra Retiro e Recoleta, dove questo tipo umano è particolarmente diffuso (a un solo chilometro di distanza, a Once, Almagro o Boedo, la realtà è già diversa). Martín e Mariana sono due nevrotici, lui un web designer fobico in trattamento e forse sulla via della guarigione che vive su internet ed è ai suoi primi tentativi, dopo anni, di varcare la soglia di casa di casa e interagire col prossimo; lei, uscita da una lunga e fallimentare relazione con un uomo più maturo, è un'architetta che non esercita la professione ma campa allestendo vetrine ed esercitandosi anche in casa a vestire manichini: eternamente connessi ma isolati, vivono entrambi in appartamenti che a Buenos Aires vengono chiamati "scatole da scarpe", dirimpettai sulla medesima Avenida Santa Fé ma per il lato delle medianeras, che sono le pareti cieche che dividono gli alti palazzoni e caratterizzano una città che da sempre ha voltato le spalle al sui fiume (o meglio un enorme estuario che sembra mare aperto) e non permettono la contemplazione del suo "disordine urbanistico", come lo definisci il regista (in realtà assai minore che in altre metropoli americane). I due si incrociano anche, senza riuscire a vedersi, e si ritrovano persino affiancati, per strada, quando da un palazzo vicino piomba sull'asfalto un cane, suicida, probabilmente depresso anche lui dalla reclusione sul balcone dell'appartamento in cui è costretto a vivere. Le voci fuori campo dei due protagonisti raccontano le loro manie, paure, disavventure, i tentativi di uscire dalla loro situazione: si assomigliano e sembrano fatti apposta l'uno per l'altra, finiscono perfino per flirtare assieme in una chat, ma proprio sul punto di scambiarsi i numeri di cellulare la città piomba in uno dei suoi ricorrenti apagones (black out elettrici) e restano scollegati. In contemporanea e all'insaputa l'uno dell'altra, però, decideranno di fare aprire una finestra, un "affaccio", nelle rispettive medianeras e forse sarà venuto il momento dell'incontro in carne ed ossa. Una storiella spiritosa, raccontata con piglio leggero e buon ritmo, con interpreti accattivanti e la partecipazione di tre icone della intellighenzia porteña: il combattivo giornalista e storico Jorge Lanata, paladino degli Anti-K (kirchneristi), passato sorprendentemente al gruppo editoriale Clarín, quello che con più decisione si oppone all'eterno peronismo tornato al potere, nelle parti del medico di Martín; l'attrice e scrittrice Romina Paula, recentemente apprezzata in El Estudiante, in quelli dell'ex fidanzata di Martín che, nel momento della crisi del 2001, parte per gli USA, gli lascia in custodia una barboncina ma non tornerà mai più a riprendersela; infine il noto scrittore Alan Pauls in quelli dell'ex fidanzato di Mariana. Uno sguardo attento alla particolarissima ed eterogenea architettonica di Buenos Aires, che la rende particolarmente attraente e interessante, e una benevola presa in giro della città con più persone in psicoterapia al mondo, con massima concentrazione proprio nel Barrio Norte: la Manhattan di Woody Allen gli fa un baffo.
Godibile e simpatica favola urbana, come l'ha definita il regista, al suo esordio nel lungometraggio ma con un passato di successo nel campo della pubblicità (e lo si nota), è al contempo una garbata commedia sentimentale e il ritratto ironico di una certa categoria di animali metropolitani 2.0, i cosiddetti "nativi digitali", diffusi a ogni latitudine, visti però dalla particolare angolazione del Barrio Norte della capitale argentina, tra Retiro e Recoleta, dove questo tipo umano è particolarmente diffuso (a un solo chilometro di distanza, a Once, Almagro o Boedo, la realtà è già diversa). Martín e Mariana sono due nevrotici, lui un web designer fobico in trattamento e forse sulla via della guarigione che vive su internet ed è ai suoi primi tentativi, dopo anni, di varcare la soglia di casa di casa e interagire col prossimo; lei, uscita da una lunga e fallimentare relazione con un uomo più maturo, è un'architetta che non esercita la professione ma campa allestendo vetrine ed esercitandosi anche in casa a vestire manichini: eternamente connessi ma isolati, vivono entrambi in appartamenti che a Buenos Aires vengono chiamati "scatole da scarpe", dirimpettai sulla medesima Avenida Santa Fé ma per il lato delle medianeras, che sono le pareti cieche che dividono gli alti palazzoni e caratterizzano una città che da sempre ha voltato le spalle al sui fiume (o meglio un enorme estuario che sembra mare aperto) e non permettono la contemplazione del suo "disordine urbanistico", come lo definisci il regista (in realtà assai minore che in altre metropoli americane). I due si incrociano anche, senza riuscire a vedersi, e si ritrovano persino affiancati, per strada, quando da un palazzo vicino piomba sull'asfalto un cane, suicida, probabilmente depresso anche lui dalla reclusione sul balcone dell'appartamento in cui è costretto a vivere. Le voci fuori campo dei due protagonisti raccontano le loro manie, paure, disavventure, i tentativi di uscire dalla loro situazione: si assomigliano e sembrano fatti apposta l'uno per l'altra, finiscono perfino per flirtare assieme in una chat, ma proprio sul punto di scambiarsi i numeri di cellulare la città piomba in uno dei suoi ricorrenti apagones (black out elettrici) e restano scollegati. In contemporanea e all'insaputa l'uno dell'altra, però, decideranno di fare aprire una finestra, un "affaccio", nelle rispettive medianeras e forse sarà venuto il momento dell'incontro in carne ed ossa. Una storiella spiritosa, raccontata con piglio leggero e buon ritmo, con interpreti accattivanti e la partecipazione di tre icone della intellighenzia porteña: il combattivo giornalista e storico Jorge Lanata, paladino degli Anti-K (kirchneristi), passato sorprendentemente al gruppo editoriale Clarín, quello che con più decisione si oppone all'eterno peronismo tornato al potere, nelle parti del medico di Martín; l'attrice e scrittrice Romina Paula, recentemente apprezzata in El Estudiante, in quelli dell'ex fidanzata di Martín che, nel momento della crisi del 2001, parte per gli USA, gli lascia in custodia una barboncina ma non tornerà mai più a riprendersela; infine il noto scrittore Alan Pauls in quelli dell'ex fidanzato di Mariana. Uno sguardo attento alla particolarissima ed eterogenea architettonica di Buenos Aires, che la rende particolarmente attraente e interessante, e una benevola presa in giro della città con più persone in psicoterapia al mondo, con massima concentrazione proprio nel Barrio Norte: la Manhattan di Woody Allen gli fa un baffo.
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