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Ignoro seguendo quali percorsi questo appello sia stato recapitato anche a me che comunista non sono mai stato e che tra tutti i partiti, gruppuscoli, conventicole sorti nell'area della cosiddetta sinistra italiana dal 1968 in poi, quelli del "Manifesto" sono coloro che ho detestato di più: per la loro suprema arroganza, spocchia, puzza sotto il naso, ipocrisia, presunzione, opportunismo, doppiezza. Tutti i peggiori difetti del PCI da cui erano stati radiati nel 1969 elevati all'ennesima potenza. Il cui gruppo fondatore, composto da gente dell'età media di 85 anni, e dunque coetanea e congrua, tanto per fare un esempio, a Napolitano, non è stata tuttora in grado di recidere seriamente il cordone ombelicale con la (fu) casa madre e di ammettere di avere sbagliato, nelle proprie supponenti e dottissime analisi, assolutamente tutto ma sempre col ditino alzato e la pretesa di essere la voce critica del sedicente progressismo nazionale, europeo anzi: mondiale. Onanisti compulsivi, patrocinatori seriali di cause perse, piangina impenitenti, molestatori professionali, sono 45 anni che fanno la questua, in nome della libertà di stampa, di espressione, del pluralismo e via elencando coi ricatti morali ai gonzi che continuano a cascarci, come se senza di loro si spegnesse la fiaccola dell'intelligenza e al popolo bue venisse meno la guida illuminata e la capacità di comprendere la realtà che esso, a differenza di coloro che siedono nella redazione del "quotidiano comunista" con la pretesa di avere il culo parato, sperimenta ogni giorno sulla propria pelle. Mi si obietterà: ma questi della nuova cooperativa non hanno più nulla a che fare coi vecchi marpioni, che se ne sono sdegnosamente andati un paio d'anni fa, ma allora mi chiedo: perché ricomprarsi una testata legata a un'esperienza, la loro, fallimentare? Per continuarne l'opera nefasta? Allora tanto vale chiedere un lauto contributo ai vari Castellina, Parlato, Rossanda, cha campano di lauti emolumenti da ex parlamentari nonché della pensione non proprio magra da giornalisti (che quelli oggi in attività non possono nemmeno sognarsi) invece di chiedere ancora una volta l'elemosina come erano abituati a fare costoro. Altrimenti, meglio cambiare ragione sociale e inventarsi qualcosa di nuovo. Per quanto mi riguarda preferisco investire 20 €, e anche qualcosa di più, in una bottiglia di champagne di marca per brindare alla scomparsa de "il manifesto" ragionando, ça va sans dire in francese, con Althusser.
20€ : 12 = 1,66€ c.a.
RispondiEliminaPoco più del costo di una copia cartacea al mese.
Facciamo qualche indebita proporzione: se ogni lettore del mio blog mi versasse ogni mese 1,60€, tirerei su 4.850€ al mese, che per 12 mesi farebbero poco più di 50 mila euro l'anno.
Mi accontenterei, ça va sans dir...
C'è mica qualcuno che vorrebbe versare tal misero obolo a me?
Pagherei una congrua cifra a estemporanei filosofi che volessero pubblicare da me, a pagamento e in esclusiva, diciamo anche un centone a pezzo: 1 pezzo a settimana, che basta e avanza per una lettura culturale settimanale, resterei comunque con la bellezza di circa 4.400€ in tasca.
Qualcuno disposto a fare l'affare, lì fuori?