"La spia - A Most Wanted Man" di Anton Corbijn. Con Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Grigory Dobrygin, Nina Hoss, Willem Defoe, Robin Wright, Daniel Brühl e altri. Germania, GB, USA 2014 ★★★★
Un bel film di spionaggio solido, classico, alla "vecchia maniera", molto europeo e poco "ammerigano", che predilige l'introspezione dei personaggi all'azione, che pure non manca, risparmiandoci però sparatorie da videogame e cadaveri in serie, che poco hanno a che fare con la realtà. Siamo ad Amburgo, qualche tempo dopo le ben note vicende dell'11 Settembre, nella città in cui facevano base alcuni degli "attentatori" delle Torri Gemelle, servizi segreti e polizia sono particolarmente all'erta, quando vi giunge, da clandestino, un poveraccio, Issa Karpov, profugo ceceno, e per questo già sospetto. Spetta a Günther Bachmann, splendidamente interpretato da Philip Seymour Hoffman nel suo ultimo ruolo da protagonista prima della prematura scomparsa, dirigente dei servizi segreti tedeschi in guerra sia con la stupidità della polizia locale e le intrusioni nonché i metodi della CIA, sia con sé stesso per fallimenti professionali quanto personali, scoprire se Issa è un terrorista che vuol mettere a ferro e fuoco Amburgo oppure no. L'uomo venuto dall'Est infatti nasconde un segreto: è figlio di un generale russo e criminale di guerra e di una cecena da lui stuprata ed è giunto nella città anseatica per recuperare un'ingente somma lasciatagli dal padre e custodita in una banca privata locale sospettata di riciclaggio, che desidera destinare in beneficenza a organizzazioni umanitarie musulmane perché considera "impura" l'eredità. E' seguendo le sue mosse e quelle dell'avvocatessa dei diritti umani che fa da tramite col banchiere e con un islamista di fama che raccoglie finanziamenti che Bachmann giunge quasi a incastrare quest'ultimo, su cui indagava da tempo, che ne destina una parte in armamenti per gruppi jihadisti, e a convincersi dell'innocenza di Issa, ma qualcosa va storto all'ultimo momento grazie all'intervento "provvidenziale" dell'agente americana (la bravissima Robin Wright) e della polizia tedesca che, con un'azione in puro stile argentino, fanno "disapparire" il ceceno, sequestrandolo. E' l'unica scena, fulminea, di intensa azione, con auto che inchiodano e creano lo scenario realistico per il misfatto, non producendosi in improbabili inseguimenti e quant'altro. Ci voleva un bravo regista e rendere il complesso e sottile romanzo di John Le Carré da cui è tratta la sceneggiatura ("Issa il buono), e farlo fedelmente e aderendo alla psicologia dei personaggi: e Corbijn, nato come fotografo musicale e videomaker tra i più noti, e di cui avevo demolito il precedente "L'americano", sempre di spionaggio ma più d'azione, si è rivelato tale, probabilmente perché la materia ha più a che fare con una partita a scacchi e con il lato psicologico dei personaggi, di cui la cosa più apprezzabile, grazie anche all'ottima interpretazione di tutto il cast, è le verosimile. Un film come si deve.
Un bel film di spionaggio solido, classico, alla "vecchia maniera", molto europeo e poco "ammerigano", che predilige l'introspezione dei personaggi all'azione, che pure non manca, risparmiandoci però sparatorie da videogame e cadaveri in serie, che poco hanno a che fare con la realtà. Siamo ad Amburgo, qualche tempo dopo le ben note vicende dell'11 Settembre, nella città in cui facevano base alcuni degli "attentatori" delle Torri Gemelle, servizi segreti e polizia sono particolarmente all'erta, quando vi giunge, da clandestino, un poveraccio, Issa Karpov, profugo ceceno, e per questo già sospetto. Spetta a Günther Bachmann, splendidamente interpretato da Philip Seymour Hoffman nel suo ultimo ruolo da protagonista prima della prematura scomparsa, dirigente dei servizi segreti tedeschi in guerra sia con la stupidità della polizia locale e le intrusioni nonché i metodi della CIA, sia con sé stesso per fallimenti professionali quanto personali, scoprire se Issa è un terrorista che vuol mettere a ferro e fuoco Amburgo oppure no. L'uomo venuto dall'Est infatti nasconde un segreto: è figlio di un generale russo e criminale di guerra e di una cecena da lui stuprata ed è giunto nella città anseatica per recuperare un'ingente somma lasciatagli dal padre e custodita in una banca privata locale sospettata di riciclaggio, che desidera destinare in beneficenza a organizzazioni umanitarie musulmane perché considera "impura" l'eredità. E' seguendo le sue mosse e quelle dell'avvocatessa dei diritti umani che fa da tramite col banchiere e con un islamista di fama che raccoglie finanziamenti che Bachmann giunge quasi a incastrare quest'ultimo, su cui indagava da tempo, che ne destina una parte in armamenti per gruppi jihadisti, e a convincersi dell'innocenza di Issa, ma qualcosa va storto all'ultimo momento grazie all'intervento "provvidenziale" dell'agente americana (la bravissima Robin Wright) e della polizia tedesca che, con un'azione in puro stile argentino, fanno "disapparire" il ceceno, sequestrandolo. E' l'unica scena, fulminea, di intensa azione, con auto che inchiodano e creano lo scenario realistico per il misfatto, non producendosi in improbabili inseguimenti e quant'altro. Ci voleva un bravo regista e rendere il complesso e sottile romanzo di John Le Carré da cui è tratta la sceneggiatura ("Issa il buono), e farlo fedelmente e aderendo alla psicologia dei personaggi: e Corbijn, nato come fotografo musicale e videomaker tra i più noti, e di cui avevo demolito il precedente "L'americano", sempre di spionaggio ma più d'azione, si è rivelato tale, probabilmente perché la materia ha più a che fare con una partita a scacchi e con il lato psicologico dei personaggi, di cui la cosa più apprezzabile, grazie anche all'ottima interpretazione di tutto il cast, è le verosimile. Un film come si deve.
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