"Governare gli italiani non è difficile, è inutile": come ogni luogo comune che si rispetti questo, arcinoto e attribuito prima a Giolitti e poi a Mussolini, entrambi alla guida del Paese a pochi anni di distanza l'uno dall'altro, contiene un fondo di verità, peraltro nota fin dai tempi di Dante prima e Machiavelli poi, ma è incompleto: "se a governare sono degli italiani", è il giusto corollario. Gli stranieri che si sono avvicendati nel compito lungo i secoli ci sono riusciti benissimo, così come a comandare di fatto senza esporsi in prima persona da 150 anni in qua, ricevendone uno sproporzionato tornaconto, è il Papa della chiesa cattolica, che anche quando è un compatriota è pur sempre capo di uno Stato straniero, incistato nello Stato italiano e da esso mantenuto. Stato si fa per dire: la parodia di una monarchia dall'Unità al 1946, la caricatura di una repubblica dalla sua caduta a oggi; la continuità risiede nella cialtroneria e nella conseguente mancanza di serietà e credibilità, come conferma la farsesca situazione politica a cinque settimane dalle ultime elezioni. Per uscire dall'impasse dei minuetti, dei bizantinismi, dalle buffonate delle commissioni di "saggi" e dai reiterati attentati a quello che rimane della Costituzione da parte di quello che dovrebbe esserne il custode, e che da tempo avrebbe dovuto essere fermato e processato per attentato alla stessa, e mi riferisco a Napolitano, autore di un golpe che più che bianco definirei marrone, propongo di prendere in considerazione due soluzioni alternative, che contemplano una la permanenza nell'Eurozona e l'altra la fuoriuscita da essa. Entrambe più percorribili di quello che a prima vista si possa pensare, perché consegnerebbero la responsabilità di governo a chi di fatto detiene le leve del potere nel nostro Paese senza prendersene le responsabilità in prima persona. La prima ipotesi è quella di chiedere, anzi pretendere l'annessione, o affiliazione, o federazione alla Germania: che ci pensino Frau Merkel e i suoi successori a rimettere in piedi la baracca che, una volta inglobata, non potrà più essere considerata mercato di conquista per le proprie esportazioni (semmai contribuirà a incrementare la domanda interna) e terreno di speculazione con relativa distruzione del tessuto produttivo, che è pur sempre il secondo in Europa a livello sia manifatturiero sia agricolo: l'operazione alla Germania costerebbe sicuramente molto meno dell'assorbimento e risanamento della ex DDR (peraltro pagati dai soci dell'Unione Europea, in testa Francia e Italia) e sarebbe notevolmente più vantaggiosa, a iniziare dalla maggiore inclinazione al lavoro nonché versatilità e fantasia da parte della popolazione annessa, passando per un clima più gradevole e panorami, umani e paesaggistici, meno deprimenti, per finire con una cultura enogastronomica degna di questo nome. Ma pensate soprattutto ai vantaggi per noialtri, a cominciare dal fatto che ci toglieremmo dai coglioni tutta la classe politica nostrana in blocco e gran parte di quella dirigente: Berlusconi e i suoi sgherri sarebbero associati alle patrie galere nell'istante stesso dell'annessione; welfare e stipendi di livello tedesco e anche relativo sistema di prezzi, con beni di prima di necessità che costano meno che in Italia; burocrazia funzionante e, tra le altre cose, drastica riduzione dell'evasione fiscale; autostrade gratis (e la Salerno-Reggio Calabria terminata nel giro di sei mesi) e senza limiti di velocità; disboscamento della giungla normativa: in Italia sono in vigore più di 60 mila provvedimenti legislativi, in Germania sei volte meno; finalmente qualcuno si prenderebbe cura del patrimonio artistico in via di disfacimento e forse porrebbe freno allo scempio paesaggistico e alla disgregazione del territorio; risoluzione dell'eterno problema dello smaltimento dei rifiuti; formazione e ricerca sarebbero adeguatamente finanziate dallo Stato e finalmente gli italiani sarebbero costretti ad assimilare fin dall'infanzia una lingua straniera che è anche un'ottima base per impararne un'altra come l'inglese; risoluzione definitiva degli annosi ed equivoci casi FIAT e Alitalia che potrebbero una buona volta essere dismesse senza accampare pretesti di "italianità da salvare" per tapparne le perdite: vorrà dire che le utilitarie saranno VW, roba seria e non l'equivalente italiano delle Trabant; last but not at least, calcisticamente (e non solo) diventeremmo una potenza imbattibile: con 7 Mondiali vinti, i cinque do Brasil ci farebbero un baffo e la fusione tra Serie A e Bundesliga darebbe luogo a uno spettacolo da leccarsi i baffi, di livello planetario. Sono convinto che i tedeschi vedrebbero una loro convenienza e accetterebbero ben volentieri: i problemi giungerebbero sul fronte europeo da parte dei cugini francesi, che si sentirebbero tagliati fuori e definitivamente foutus, spalleggiati dagli altri membri dell'Unione; sul fronte esterno dagli USA e dalla Gran Bretagna, la loro quinta colonna nell'UE. E qui si apre la seconda ipotesi, percorribile in caso di abbandono dell'Eurozona: l'associazione, come territorio non incorporato, agli USA, con uno status simile a quello di Portorico, senza la necessità di diventare il 51° (o 52°: i caraibici avrebbero la precedenza) Stato dell'Unione. Nessuna necessità di ritorno alla lira: è vero, il deficit USA insieme a quello italiano andrebbe alle stelle ma si adotterebbe il dollaro, e quindi se lo accollerebbe il resto del mondo; nessun cambio da un punto di vista strategico-militare, anzi: un rafforzamento della fraterna amicizia ci farebbe divenire ancora più "centrali" e oggetto di benevole attenzioni da parte delle amministrazioni a stelle e strisce; non sarebbe nemmeno necessario importare la classe dirigente da Washington perché ce l'avremmo già in loco e per renderla pienamente operativa a livello istituzionale basterebbe farla "emergere", così come l'economia "in nero" che diverrebbe d'incanto legale e trasparente, e affidare il governo del Paese e il risanamento dell'economia alle uniche aziende, peraltro multinazionali, che funzionano in Italia: Cosa Nostra, la 'Ndrangheta, la Camorra e la Sacra Corona Unita, con l'assistenza semmai di consigliori provenienti da "Broccolino" e dintorni. Chiamando in servizio permanente effettivo Matteo Messina Denaro, classe 1962, che peraltro è dotato dell'adeguato physique du rôle, si opererebbe poi finalmente quel cambio generazionale di cui si avverte urgentemente il bisogno per adeguarsi ai tempi e presentarsi nuovamente come protagonisti sulla scena internazionale. Senza contare che l'affidarsi ai valori mafiosi, rispettosi della tradizione, attenuerebbe lo sgradevole effetto-disneyland insito nell'opzione "americana".
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