YOGYAKARTA - Mentre qui il monsone ogni giorno sgancia dal cielo caterve d'acqua a due o tre riprese, dalla
Terra dei Cachi mi giungono notizie di un inverno particolarmente
rigido e ricco di neve: sia mai che non cessino le geremiadi sui tragici
e irreversibili cambiamenti climatici che affliggono il pianeta e che i
pennivendoli dell'informazione stampata e televisiva italiota la
smettano per un momento col catastrofismo a oltranza e un tanto al
chilo; sul piano politico soltanto la conferma che siamo rappresentati e
governati da dei cialtroni, degli inetti e degli imbecilli quando non
da dei manigoldi. Ma mi limito al lato grottesco. Leggo dell'eterna
polemica su “Liberazione” che agita i rifondatori comunisti dopo lo
scazzo tra Nicky Vendola e tale Fagioli, uno psichiatra amico di Fausto
Cretinotti: ora è la volta dell'elogio di “Grand Hotel”, dopo che il Fagioli aveva paragonato il quotidiano comunista
al rotocalco pecoreccio. Per la solita aberrante logica populista per
cui quello che piace alle masse va bene per definizione. Secondo questo
modo di argomentare balordo, verrebbe da chiedersi cosa risponderebbe il
popolo, la brava ”gggente” alla domanda se sia favorevole o meno alla
pena di morte o all'idea di buttare a mare immediatamente gli immigrati
fastidiosi, a cominciare da zingari, rumeni e albanesi, tanto per non
fare un torto a nessuno. Ma questo è il marxismo-leninismo all'italiana
del Duemila: diamo alle masse quello che le masse vogliono, giustificando
per questa via in eterno il berlusconismo e il suo contraltare,
l'esercito dei Savonarola della pseudogiustizia, i professionisti
dell'antiberlusconismo e del “NO” a tutto. L'altra chicca, l'ennesima
figura di merda del gagà Frattini: del resto è giusto e adeguato che un gonzo del genere rappresenti l'Italia all'estero. Sul Corriere del 31 dicembre la grande, ineffabile Lina Sotis, che di fighetta
se ne intende, lo ha sbertucciato da par suo per come si è presentato a
un'intervista televisiva a commento dei fatti della Striscia di Gaza:
nella hall di un albergo in stile alpino, in tuta da
sci sponsorizzata e con la faccia mattonata, ben oltre la consueta
tonalità e consistenza bronzea; e ha ricordato come già in estate, in occasione della guerra russo-georgiana, il bagonghi non abbia mosso il culo dalle Maldive dove stava godendosi le vacanze facendo le conference call
in bermuda. Pure questa volta non si è sognato di partecipare al
vertice di Parigi che vedeva impegnati i vertici della UE con il
ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni, delegando un
sottosegretario, come già nell'agosto scorso (sempre Vincenzo Scotti?). “Nessuno si è stupito di vedere Obama in shorts e maglietta sportiva Obama”, ha
replicato stizzito il ministro col ciuffo, dimenticando che Obama nelle
stesse ore si trovava in vacanza e non aveva parlato nelle vesti di
presidente degli USA, oltre ad avere una ben diversa prestanza fisica e
sicuramente senza avere la necessità, come il gagà
nostrano, di mascherare la propria inconsistenza sotto un abito decente.
In occasione della prossima vacanza, la grande Lina gli ha suggerito di
portarsi dietro un guardaroba di riserva per eventuali interviste
improvvise e un mappamondo da indicare o una carta geografica da fare
apparire sullo sfondo per cercare di convincere gli ascoltatori che si
sta occupando di politica internazionale e che ha una vaga idea di cosa
stia parlando. E di farsi imprestare della cipria dalla fidanzata, una
nota dermatologa attiva negli ambienti bene della
capitale. Ed esibire all'occorrenza anche un cartellino con scritto
“Franco Frattini-Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana”,
perché altrimenti nemmeno sua madre potrebbe immaginare che sia potuta
arrivata a quel posto una nullità del genere. Ma in Italia niente è
impossibile, e non solo con Berlusconi presidente del Consiglio: basti
pensare che fino a un anno fa, con Prodi, il titolare della Farnesina
era Massimo D'Alema, che di Frattini sembra il baffuto fratello
talebano, del quale l'ultima esternazione, per me scontata, era una
sostanziale presa di posizione in favore dei terroristi islamici di
Hamas. Niente di nuovo sotto il sole ed ecco spiegato, per chi se lo
fosse mai chiesto, perché mi ostino a chiamare Dalemullah questo
sgradevole e squallido personaggio.
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