giovedì 27 aprile 2023

Passeggeri della notte

"Passeggeri della notte" (Les passagers de la nuit) di Mikhaël Hers. Con Charlotte Gainsbourg, Quito Rayon-Richter, Noée Abita, Emmanuelle Béart, Judith Davies, Thibault Vinçon, Ophélia Kolb, Didier Sandre, Laurent Poitrenaux e altri. Francia 2022 ★★★★+

Quarto lungometraggio per il regista e sceneggiatore parigino, ma il primo che mi capita di vedere, forse perché attirato dalla presenza di Charlotte Gainsbourg come protagonista. Non sbagliavo: è di una bravura commovente per la semplicità e umanità con cui interpreta Elisabeth, una donna sui quarant'anni con tutte le fragilità che si porta dietro in seguito a un radicale cambiamento della sua esistenza. Siamo nella primavera del 1981 e Mitterrand ha appena conquistato la sua prima presidenza: tempo di cambiamento e di speranze, proprio mentre Elisabeth deve rivedere la propria vita dopo la separazione dal marito e gli strascichi di una malattia traumatizzante. Non ha mai lavorato, e deve trovare un'occupazione per mantenere i due figli adolescenti, Matthias e Judith, e l'appartamento che le è rimasto, nel 15° Arrondissement di Parigi: viene assunta come centralinista da Vanda Dorval, conduttrice del programma radiofonico notturno che segue durante le sue ore di insonnia, donna volitiva e indipendente (Emmanuelle Béjart) a cui aveva scritto una lettera in cui raccontava la sua situazione. Lavoro scomodo e mal pagato, ma è un inizio: lo alternerà a quello di bibliotecaria durante il giorno, e in questo modo ritroverà un suo equilibrio, oltre che allargare man mano il suo cerchio di frequentazioni. Il film racconta le tappe di una vita normalissima e del suo evolversi durante i successivi sette anni, fatta di incontri casuali, come quello con Talulah, una ragazza problematica che Elisabeth conosce proprio durante una trasmissione e che accoglierà per un periodo in casa sua, ma che cambieranno l'esistenza non solo sua ma anche delle persone che le stanno attorno. Judith prenderà la sua strada, segnata da un precoce impegno politico, mentre Matthias, più simile alla madre, preferisce lavorare come addetto a una piscina per avere il tempo di seguire e coltivare, con sempre maggiore convinzione, la sua vena poetica: anche lui sarà segnato dal rapporto con Talulah, che è quasi sua coetanea. Un film di piccoli gesti, anche abitudinari, e accadimenti all'apparenza banali ma tutti rivelatori, che segnano la vita quotidiana di una famiglia come tante, non un inno alla normalità ma semmai un invito a non arrendersi e ad andare avanti, accettando sé stessi e gli altri, in questo non dissimile da un altro film visto di recente, Scordato di Rocco Papaleo. Un racconto semplice, scandito dallo scorrere del tempo che passa e da gesti e problemi quotidiani ma anche da piccoli cambiamenti, incorniciati in un'epoca ben definita (preziosi gli inserti filmati di quegli anni) in cui anche la radio conservava la sua magìa, e la musica un suo senso, prima che l'avvento della rete, dei cellulari, dei social media e di una onnipresente colonna sonora computerizzata e inascoltabile devastasse i nostri canali uditivi e l'umanità si chiudesse nel bozzolo del proprio smartphone scambiandolo per la realtà, senza bisogno di metafore mirabolanti, erudite citazioni cinéphile o altro, anche se la lezione di maestri come Rohmer, per rimanere in ambito francese, è certamente ben presente nella  formazione di Mikhaël Hers. Una storia lineare, senza forzature, in cui gli interpreti si cono calati con naturalezza, probabilmente grazie anche alla sua semplicità e verosimiglianza: passeggera della notte, che troverà la strada per un'altra alba grazie alla fiducia, per nulla cieca, in sé stessa e nel prossimo, e che si basa sull'accettazione (che non è rassegnazione) è proprio Elisabeth. Un film meritevole, che fa bene.  

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