giovedì 13 aprile 2023

Il ritorno di Casanova

"Il ritorno di Casanova" di Gabriele Salvatores. Con Toni Servillo, Fabrizio Bentgovoglio, Sara Serraiocco, Natalino Balasso, Alessandro Basentini, Bianca Panconi, Antonio Catania, Marco Bonadei, Elio De Capitani, Angelo Di Genio, Sara Bertelà, Walter Leonardi, Francesco Villa, Riccardo Gamba, Yoon C. Joyce. Voce narrante Ferdinando Bruni. Italia, Francia 2023 ★★★★1/2

Alle 18 di ieri, ultimo orario (da pensionati) utile dell'ultimo giorno di programmazione in quel di Udine e sala semideserta nonostante fosse mercoledì, giornata con biglietto a prezzo ridotto. A testimonianza dello scarso successo di pubblico, per non parlare della critica, che l'ha pressoché stroncato, dell'ultimo film di Gabriele Salvatores, recuperato, per fortuna mia, in extremis. Che navigo controcorrente, tanto per cambiare, rispetto ai prezzolati, e non ho nessun problema ad ammettere che, nei confronti di Salvatores, nutro un pregiudizio positivo, dovuto sia a motivi generazionali, sia per avere frequentato fin dalla nascita il Teatro dell'Elfo di Milano (cadono quest'anno i 50 anni di attività), di cui è stato uno dei fondatori, e a maggior ragione quando, come del resto già in Comedians, opera in qualche modo un ritorno alle origini: il teatro, appunto, perché potrebbe benissimo essere uno spettacolo dell'Elfo trasposto sul grande schermo e, viceversa, perfettamente adattabile sul palcoscenico da parte di una compagnia che spesso, nella sua storia, ha proposto spettacoli con ibridazione di mezzi espressivi che la rendono un unicum sulla scena nazionale. Si intrecciano qui due vicende: quella di Leo Bernardi (Toni Servillo, magistrale, mai sopra le righe), un regista in crisi creativa, che non riesce a terminare il suo ultimo film tratto per l'appunto da Il ritorno di Casanova, racconto di Arthur Schnitzler, bloccato in fase di montaggio nonostante le pressioni del suo storico produttore (Enzo Catania) e del suo montatore di fiducia e tra i pochi amici intimi (Natalino Balasso): il tempo vola e il film va terminato in tempo per essere presentato a Venezia. La sua depressione, il suo avvitarsi su sé stesso, i tic, le nevrosi, i rapporti col prossimo (stampa, colleghi), la sua vita milanese nel suo lussuoso appartamento ipertecnologico dove vive da solo in compagnia dei suoi fantasmi e delle sue manie sono raccontati in un elegante bianco e nero alternandosi con le immagini del film in montaggio, che invece è a colori e vede protagonista Fabrizio Bentivoglio in grande spolvero, perfetto nei panni di un Casanova invecchiato e immalinconito, durante le peripezie del suo viaggio di ritorno a Venezia dopo anni di assenza e il suo tentativo di sedurre Marcolina, bella ed emancipata nipote dell'amico Olivo nella cui magione viene ospitato lungo il tragitto padano. Insomma, le storie dei due anziani uomini si intrecciano e la loro è una crisi di senilità, ché di questo tratta, con sottile ironia e disincanto il film, del tempo che passa e della difficoltà ad accettarlo, nonché delle prospettiv e che cambiano con l'età, e il Giacomo Casanova di Schnitzler è null'altro che lo specchio di Leo Bernardi il quale, durante la lavorazione del film, mentre cercava un posto in cui ambientarlo, ha conosciuto SIivia (Sara Serraiocco), una giovane contadina piena di energia e con le idee chiare (la Marcolina dei nostri tempi) con cui ha intrapreso una relazione senza poi sapere come portarla avanti e, al contempo, soffre la concorrenza di un giovane regista, Lorenzo Marino (Marco Bonadei) nuovo astro della cinematografia italiana e idolo della stampa, che pure lo considera un maestro, e il cui secondo film sarà in competizione con quello di Leo per il Leone d'Oro a Venezia, dove i sue piani narrativi si fonderanno a chiusura della pellicola. Che ho trovato elegante, originale, stravagante, arguta, intelligente, evidentemente troppo per il palato degli amanti dei pipponi pensosi e del politicamente corretto, al contempo assuefatti dalla spettacolarità un tanto al chilo e agli effetti speciali delle produzioni a stelle e strisce; ulteriore nota di merito, la colonna sonora, come sempre curata con grande competenza dal regista, e la capacità di rendere due storie, praticamente due film, in 90' esatti: non da tutti, ma Salvatores è uno che sa quel che sta facendo. Nel cast una buona parte di attori che fanno parte o ruotano in torno all'Elfo, a cominciare dai suoi due dioscuri, Elio De Capitani, difficilmente riconoscibile nei panni settecenteschi del marchese Celsi, e Ferdinando Bruni, voce narrante del film.

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