mercoledì 16 giugno 2021

Comedians

"Comedians" di Gabriele Salvatores. Con Natalino Balasso, Alessandro Besentini, Marco Bonadei, Christian De Sica, Walter Leonardi, Giulio Pranno, Francesco Villa, Vincenzo Zampa e altri. Italia 2021 ★★★★

Periodo felice, almeno per me, questo della riapertura delle sale cinematografiche dopo il progressivo allentamento delle "restrizioni da pandemia": se Happy Together mi aveva profondamente emozionato perché racconta, con occhi diversi ma non troppo dissimili (same same but different usano dire gli orientali), una realtà che conservo viva nei miei ricordi con una coincidenza di tempi sorprendente di presenza nella stessa città in cui fu girato, altrettanto lo fa questo Comedians di Gabriele Salvatores, versione cinematografica di uno spettacolo teatrale che lo stesso regista aveva tratto da un testo del drammaturgo inglese Trevor Griffiths per il Teatro dell'Elfo nel lontano 1986 e che avevo regolarmente visto quando gli spettacoli della compagnia si tenevano ancora nella sua sede primaria in Via Ciro Menotti, prima di trasferirsi in Corso di Porta Romana, a 50 metri da dove abitavo: non me lo sarei mai perso, anche in considerazione che metà degli interpreti, Claudio Bisio, Antonio Catania e Paolo Rossi oltre a Elio De Capitani, che era anche alla sua prima regìa, lo erano stati anche di Nemico di classe di Nigel Williams, altro scrittore inglese, successo epocale dell'Elfo tre anni prima. Insomma, due film che stuzzicano dei ricordi personali che mi porto dentro nel profondo. La trama è presto detta: sono i 58 minuti, praticamente il "riscaldamento dei muscoli" che precedono lo spettacolo di chiusura di una classe di sei aspiranti comici, tutti sopraffatti e stufi dei diversi lavori che fanno, diretti dall'appassionato insegnante e attore Eddie Berni (Natalino Balasso) di uno di quei corsi di materie varie organizzati dal Comune di Milano per adulti (e non solo) negli istituti scolastici in orario serale, molto diffusi e popolari fino a vent'anni fa, quando ancora ci abitavo, spettacolo che si sarebbe tenuto in un locale alla presenza di un altro comico Bernardo Celli (Christian De Sica) diventato manager e talent scout, come si dice oggi, che avrebbe premiato il vincitore con un contratto per la sua agenzia e un'apparizione in TV; già la scelta di questi due attori tanto conosciuti quanto diversi è stata particolarmente azzeccata e paradigmatica del vero tema dello spettacolo, ossia il senso della comicità e se e in quale modo attraverso di essa si possa raccontare il mondo, ossia fare del teatro politico, che cioè incida sulle coscienze e sulla realtà pur rimanendo divertente, argomento che l'autore originario nonché i membri della stessa compagnia teatrale hanno dibattuto all'infinito al loro interno da quando hanno iniziato la loro attività. Durante quest'ora in cui si ripassa il programma che ciascuno degli allievi/attori presenterà, emergono tensioni personali e visioni, nonché motivazioni, diametralmente opposte e gli spunti di riflessione, in soli 90' di film, sono molteplici e tutti suggestivi. Tutti bravissimi gli interpreti: si conferma estremamente promettente ed espressivo, e vorrei avere presto l'occasione di vederlo all'opera in teatro, il giovane Giulio Pranno, che già mi aveva impressionato in Tutto il mio folle amore, Marco Bonadei lo conosco bene dalle produzioni dell'Elfo, della cui compagnia fa parte; gli altri, più televisivi ma tutti di formazione teatrale, mi erano noti più che altro di fama. Bene, bravi, grazie: regia impeccabile di Gabriele Salvatores (sa sempre come divertire facendo pensare, a proposito dell'argomento del film e del testo da cui è tratto) però il teatro è un'altra cosa, e in questo anno e mezzo è quello che mi è mancato di più.

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