mercoledì 23 giugno 2021

I profumi di Madame Walberg

"I profumi di Madame Walberg" (Les parfums) di Gregory Magne. Con Emmanuelle Devos, Grégory Montel, Gustave Kervern, Sergi Lopez, Zelie Rixon, Pauline Moulène. Francia 2020 ★★★★+

I titolisti nostrani, che si tratti di film o di giornali non fa differenza, sono proprio degli idioti integrali, tetragoni a qualsiasi avviso li metta in guardia di fare la consueta cagata: tutta la prima parte del film si regge sul fatto che la apparentemente spocchiosa Anne Walberg, esperta in fiuto, nel senso che la particolare e prodigiosa sensibilità olfattiva delle narici di cui è dotata sia il talento naturale su cui si regge la sua carriera di creatrice di profumi o anche, all'occorrenza, di correttivi ai cattivi odori, insista a farsi chiamare signorina ossia, in francese, Mademoiselle. Niente: loro si inventano Madame. Come del resto noti "critici" che recensiscono spettacoli che non hanno visto e perfino che non si sono nemmeno tenuti, oppure famosi cronisti che pubblicano interviste mai fatte: il cosiddetto "giornalismo" italiano è pieno di queste chicche, benché il nostro sia uno dei pochissimi Paesi al mondo in cui esista tuttora un "ordine" professionale a tutela di questa categoria. Ma torniamo alla buona signorina Walberg, interpretata con straordinaria misura dalla bravissima Emmanuelle Devos, una di quelle attrici che predilige la discrezione la cui cinematografia non è sconfinata ma in compenso di alta qualità: evidentemente le sue scelte sono sempre ben calibrate e meditate, perché non sbaglia mai film e quando c'è lei si va sempre sul sicuro, come con Emma Stone, tratto distintivo delle persone intelligenti. La sua Anne, che vive in un mondo particolare ed elitario, fatto di bocce di essenze di ogni genere, di cui ha una conoscenza sterminata e che viaggia sempre con una valigia particolare che ne contiene un vasto campionario, più che spocchiosa è timida, introversa, terrorizzata, anche se non ne dà mostra, di perdere il suo particolare talento, ossia di ricadere in episodi di anosmia, che l'ha già colpita una volta in passato creandole non pochi problemi con una grande casa USA che ha poi rotto un ricco contratto con lei. I suoi interessi sono "curati" da un'agente famelica, e il destino la fa incontrare con un'altra anima solitaria e fondamentalmente insicura, Guillaume, qui reso con grande misura e sensibilità da Grégory Montel, uno dei protagonisti della serie Chiami il mio agente!, una delle migliori e più spassose serie TV viste finora sui canali in streaming, separato dalla moglie con una figlia di 10 anni, che vive in un appartamento troppo piccolo per ospitarla e condividerne l'affido con l'ex moglie, e lavora come autista di limousine: gli rimangono solo tre punti di patente e il suo burbero capo gli affibbia proprio Madame Walberg, nota per essere una cliente incontentabile e che chiede di cambiarli ogni volta. Alla prima esperienza, chiusa piuttosto bruscamente, si beccano immediatamente ma, come spesso accade, si fiutano e si intendono, essendo fatti della stessa pasta e, a sorpresa, alla successiva occasione la Walberg chiede che sia espressamente e solo Guillaume a scarrozzarla nella prossima missione di lavoro. Non scoppierà l'amour passion, come sarebbe ovvio aspettarsi trattandosi di una commedia, ma qualcosa in più e di ben più solido: non solo l'accettazione reciproca ma un'intesa profonda, in cui uno sarà capace di infondere fiducia e sicurezza nell'altro. Diventeranno inseparabili e lo happy end ci sarà, ma non quello più scontato. Una bella storia, raccontata con garbo e intelligenza, per niente banale. Un ottimo film che concilia col cinema. 

Nessun commento:

Posta un commento