"Idiota" di Jordi Casanovas. Traduzione di Francesca Cari in collaborazione con Francesco Fava, regìa di Roberto Rustioni. Con Roberto Rustioni e Giulia Trippetta. Aiuto regìa Francesco Piotti; scene e costumi Francesco Esposito; contributi video Pablo Solari; ideazione video Igor Renzetti; disegno Luci Gianluca Cappelletti; foto di Olimpia Nigris Cosattini. Produzione Fattore K. Al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 25 al 30 maggio.
Recuperare questo frizzante, originale spettacolo tratto da un testo del drammaturgo catalano Jordi Casanovas, già presentato alcuni anni fa al Teatro Franco Parenti di Milano e poi in giro per l'Italia, di cui Roberto Rustioni ha curato la regìà, oltre che interpretarlo, ora riproposto al Teatro Elfo Puccini, è stata l'occasione per fare un rapido salto in città e sfruttare almeno una volta nella stagione l'abbonamento di cui sono titolare ormai da anni. Ne è valsa la pena. Pubblico dimezzato, ma partecipe e coinvolto da questa sorta di duello verbale che vede protagonista Carlos Varela, proprietaro di un bar-karaoke in serie difficoltà economiche a causa della crisi economica che imperversa ormai da anni senza vie d'uscita, il quale in cambio di un lauto compenso che lo salverebbe dal fallimento accetta di sottoporsi a un test per un esperimento di pensiero laterale, ossia verificare la capacità di ragionare e trovare soluzioni a problemi in modo non convenzionale, ma in realtà saggiare fin dove arriva la disponibilità ad accettare le dinamiche e le pressioni di chi detiene le leve del sistema e, nel caso, il livello di corruttibilità (I.D.I.O.T.A. sarebbe in verità l'acronimo del nome per esteso dell'esperimento). La scena è costituita dallo studio della dottoressa Ebel, di origine tedesca, interpretata da una versatile Giulia Trippetta, capace di variare dai toni spesso arroganti e freddi della scienziata a quelli ironici e ambigui della donna conscia della propria sensualità, capaci di mandare vieppiù in confusione il malcapitato, chiamato a rispondere con sincerità alle domande che gli vengono poste, vieppiù personali (quando invece la scienziata è già a conoscenza dei più intimi dettagli della sua esistenza, dai rapporti con la famiglia di Varela alla sua situazione economica) e a risolvere dei quesiti: se non risponderà secondo le aspettative, verranno via via coinvolti e puniti i suoi famigliari, da quelli più lontani, come un cugino con cui ha avuto screzi nel passato, alla madre affetta da Alzheimer ricoverata in una casa di riposo, al padre, alla moglie e alla figlia, di cui per fargli pressione gli vengono mostrati dei filmati dal vivo mentre vengono tenuti in ostaggio da degli sgherri della compagnia per cui lavora la Ebel: le cose sono state concepite in modo tale per cui la responsabilità di eventuali disgrazie che capitassero loro cadrebbe comunque sul loro disgraziato congiunto. L'idiota, per l'appunto, di cui verrà testata la capacità di resistenza alla valigetta colma di denaro, almeno 10 volte più del compenso pattuito per l'esperimento, se risponderà "correttamente" all'ultima domanda, cosa che potrà fare solo abbandonandosi senza difese alla logica della "inquirente". Una vicenda vagamente distopica che pure affonda nella realtà odierna, comunque abbondantenemte alienata e manipolata, giocata sui toni della commedia grottesca e del noir, con tanto di inserimenti multimediali tipici del teatro sperimentale e visti in altri lavori di gruppi iberici e catalani in particolare. 70 minuti di teatro brillante, pubblico attento e divertito, uno stimolo per la riflessione.
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