"Hong Kong Express" (重慶森林/Chonqin senlin) di Wong Kar-way. Con Tony Chiu-Wai Leung, Takeshi Kaneshiro, Brigitte Lin, Faye Wong, Valerie Chow e altri. Hong Kong 1994 ★★★★★
Girato con una troupe e un cast ridotti all'osso ma di altissimo livello durante le pause di lavorazione di Ashes of Time (1994), film dalla lunga gestazione, questo fresco, piccolo, malinconico sognante capolavoro contiene già, anche se diversamente miscelati, tutti gli elementi del film che ha dato a Wong Kar-way la fama in Occidente, il recentemente rivisto In the Mood for Love. A cominciare dal rapporto con il tempo (cruciale in una Hong Kong che tre anni dopo sarebbe stata "restituita" alla madrepatria Cina). Protagonisti di due storie d'amore parallele, ambientate nelle Chungking Mansions, un complesso di cinque blocchi di edifici su Nathan Road, a Kowloon, sulla terraferma, il vero cuore della città, che ospita appartamenti, piccoli alberghi e svariate attività commerciali, sono due poliziotti, identificati soltanto col numero di matricola, entrambi abbandonati dalle rispettive ragazze. Il primo, 223, non se ne fa una ragione, corre a perdifiato non appena ne ha occasione per scaricare liquidi, convinto così di evitare le lacrime, e divora ossessivamente barattoli di ananas sciroppato con una scadenza ben precisa: un anno dal giorno in cui è stato lasciato, quando sa che sarà disponibile a innamorarsi di nuovo. Scintilla che scoppierà puntualmente quando incapperà in una misteriosa donna con una parrucca bionda dall'attività notturna e frenetica, coinvolta, cosa che ignora, in traffici di droga. Ebbene sì, le due solitudini si incontreranno al banco di un bar e pur non "consumando", ma dormendo insieme in una camera d'albergo perché distrutti dalla stanchezza, un amore sarà, anche se solo platonico e senza un futuro, ma vero. Il secondo (il grandissimo Tony Chiu-Wai Leung), 663, a sua volta abbandonato da una hostess, mentre attende invano il suo ritorno, parla con gli oggetti che ha intorno, perfino gli indumenti, e non si accorge che la giovane commessa del fast food che frequenta quotidianamente, cugina del proprietario che sa delle sue sventure, si innamora di lui e, preso com'è dalle sua fissazioni e dalle sue abitudini, nemmeno che la ragazza di nascosto entra nel suo appartamento e glielo sistema e abbellisce, instaurando con gli stessi oggetti un rapporto che le consente di entrare nei pensieri e nella mente di lui: quando finalmente le chiederà un appuntamento, sarà forse troppo tardi... Due mediometraggi, più notturno il primo, più solare il secondo, grazie anche alla protagonista, Faye Wong, ottima cantante molto nota a Hong Kong e dintorni, che nel film interpreta in cinese la magnifica Dreams dei Cranberries, scritta e cantata da Dolores O' Riordan (non sfigurando per nulla). In un cinema di dettagli, gesti, suggestioni e atmosfere, le colonne sonore hanno una parte significativa, e l'altro pezzo che viene riproposto ripetutamente è, non a caso, California Dreaming dei Mamas and Papas, in versione originale, quindi di dimensione onirica si parla ma attraverso la vita reale e pulsante di una città "sospesa" come Hong Kong, in balia di un destino ignoto. Un altro film che rimane dentro a lungo. Siamo a livelli di eccellenza in attesa dei prossimi film in arrivo grazie alla sempre benemerita Tucker Film di Udine, che ha organizzato la rassegna Una questione di stile - Il cinema di Wong Kar-wai in versione restaurata, per fortuna rigorosamente proposta esclusivamente in sala.
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