sabato 1 maggio 2021

Estraneo a bordo

"Estraneo a bordo" (Stowaway) di Joe Penna. Con Toni Colette, Anna Kendrick, Daniel Dae Kim, Ryan Hadaller. USA, Germania 2021 ★+

Sciatteria. E' quello che caratterizza questo film, vedibile in streaming su Netflix, in tutti i suoi aspetti. Dalla trama, alla sceneggiatura, alla recitazione. Sciatteria che fa il paio col modo in cui è stata combinata la missione su Marte, organizzata dalla compagnia Hyperion, con tre membri d'equipaggio: la comandante, una ricercatrice medica e un biologo, della durata prevista di due anni, per una serie di sperimentazioni tra cui la coltivazione di alghe, con una navicella inizialmente prevista per due persone e poi adattata per tre. Peccato che poco dopo aver agganciato la stazione orbitante a bordo della quale dovrebbero raggiungere il Pianeta Rosso scoprono un quarto inquilino, un giovane (nero: il clandestino, ti pareva...) che asserisce di essere un ingegnere addetto al supporto di lancio, che era rimasto incastrato in un'intercapedine, dove peraltro era alloggiato un dispositivo per la sottrazione di anidride carbonica andato distrutto, in seguito a un incidente. Diventa presto chiaro che l'ossigeno non basterà per tutti, nemmeno utilizzando le coltivazioni di alghe prima del previsto per produrne, e che toccherà sacrificare uno dei tre. In questo la Hyperion, ovvero l'azienda che ha organizzato l'impresa in modo cialtronesco e costruito la navicella con materiali di risulta (una specie di Juventus dello spazio col suo Stadium di latta e cartongesso) è stata chiara: dovrà essere l'estraneo a bordo, risultando impossibile sia tornare indietro, sia mandare un mezzo di soccorso. I tre membri originari dell'equipaggio ne parlano tra loro, escludendo il giovanotto, e la medichessa chiede di concedergli altri 10 giorni per verificare se riescono a trovare una soluzione che impedisca la sua eliminazione. Il biologo dopo un paio di giorni invece decide di dirglielo e gli passa una siringa per porre fine ai suoi giorni. Viene la geniale idea di recuperare dell'ossigeno liquido in un qualche serbatoio della stazione che prevede una passeggiata all'esterno, ovviamente qualcosa va storto, perché nel frattempo scoppia una tempesta solare, alla fine qualcuno si dovrà sacrificare e indovinate un po' chi sarà? Io non lo svelo: chi vuole saperlo guardi il film, anche se glielo sconsiglio, perché, per l'appunto, è sciatto, noioso e scombiccherato. Perché se uno decide di girare una pellicola di fantascienza, quindi che racconta qualcosa di ipotetico, deve basarsi su delle ipotesi plausibili e dunque avere una certa credibilità, e qui casca l'asino, perché per quanto negli USA tutto si faccia solo per il bizniz, non è ammissibile che un'astronave parta senza che ci si accorga che c'è un abusivo a bordo; ancora meno ammissibile che nessuno verifichi la verità di quello che il malcapitato raconta; per nulla plausibile che durante le movimentate fase di decollo, quando tutti indossano caschi e maschere d'ossigeno costui, gravemente ferito all'addome, e incastrato in un bugigattolo, non solo soprarriva ma guarisca perfettamente nell'arco di tre giorni. Se poi l'intento era di instillare un dubbio etico, il risultato è controproducente, in mezzo a questo guazzabuglio ridicolo, condito con l'immancabile buonismo un tanto al chilo e zeppo di citazioni di altri film di ben diverso livello, a cominciare dall'immancabile 2001 Odissea nello spazio. Si salva soltanto qualche immagine suggestiva e la fotografia di livello accettabile.

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