sabato 29 maggio 2021

Maternal

"Maternal" (Hogar) di Maura Delpero.Con Lidiya Liberman, Renata Palminiello, Denise Carrizo, Agustina Malale, Marta Lubos. Livia Fernán e altri. Italia, Argentina 2019 ★★★★

Come si evince dal titolo, tema del film è la maternità nei suoi differenti aspetti e significati, come emergono in modo contraddittorio e inaspettato in un luogo del tutto particolare, dove si incontrano esperienze e prospettive del tutto diverse quando non opposte: in questo caso un hogar, in castigliano "focolare", istituzione piuttosto diffusa in Argentina, una casa famiglia gestita a Buenos Aires da suore all'interno di un convento, che ospita ragazze madri adolescenti e senza mezzi coi loro bimbi, di bassa estrazione e spesso problematiche. Come Lu(ciana), irrequieta e difficile da gestire a differenza di Fatima, la sua amica e compagna di stanza, che oltre ad avere già un figlio di 4-5 anni è nuovamente incinta e partorirà lì. Mentre Lu entra ed esce dall'istituto, cercando invano un futuro all'esterno con uomo inaffidabile che per di più non le risparmia botte, e trascurando Nina, una dolcissima bimba di quattro anni, arriva dall'Italia suor Paola, giovane, bella, in procinto di prendere i voti perpetui, e sarà lei a prendersene cura e a instaurare un rapporto, propriamente materno con la piccola. Anche in senso fisico, tattile, rassicurante: un paradosso, se si tiene presente che sta per negarsi definitivamente la possibilità di diventare madre biologicamente. Il tutto in un crescendo inaspettato, che sconvolge le regole e mette in crisi sia lei sia l'istituzione e il ruolo stesso di queste donne col velo, che pure sono madri a modo loro, nel senso spirituale, e perché votate a "prendersi cura". Ad assicurare che non si cada né nel mélo né nell'ambiguità e nel torbido provvede la solida formazione documentaristica di Maura Delpero, qui all'esordio (ottimo) nel lungometraggio, che tratta un argomento che potrebbe avere aspetti anche scabrosi con sobrietà e rigore, senza alcuna retorica, facendo parlare anche piccoli, normalissimi gesti e situazioni, a affidandosi alla recitazione misurata e naturale della brava Lidiya Liberman, attrice ucraina e italiana di adozione, apprezzata anche di recente in una breve ma intensa parte de Il cattivo poeta. Un film sorprendente, che si fa apprezzare sia per l'originalità dell'idea, sia per l'equilibrio con cui viene trattato, in modo obiettivo e senza dare giudizi, un tema assai poco frequentato nel cinema.

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