giovedì 27 maggio 2021

The Human Voice

"The Human Voice" di Pedro Almodóvar. Con Tilda Swinton, Agustín, Miguel e Pablo Almodóvar, Diego Pajuelo. USA, Spagna 2020 ★★★★½

Film corto a prezzo pieno, è stato detto, come se un lavoro artistico si giudicasse a partire dalla durata, e scordandosi certi tediosi e inguardabili mattoni che superano inutilmente le tre ore per non dire niente. In ogni caso ne vale la pena, perché è un merito, se il geniaccio manchego, che difficilmente sbaglia un colpo, è riuscito a condensare in 30 soli minuti, in compenso intensi ed esemplari, un tema che ricorre da sempre nei suoi film: il tormento della passione assieme all'abisso della sofferenza per l'abbandono, rielaborando l'omonimo e celebre monologo di Jean Cocteau, già citato in alcune delle sue pellicole più note. Sul set, un appartamento moderno arredato con sobria eleganza che è montato in un hangar, si muovono due esseri, una donna e un cane, entrambi lasciati dallo stesso uomo. Lei non riesce a farsene una ragione, passa le ore in un'altalena di alti e bassi di umore, tra propositi di vendetta e accettazione supina della realtà, fantasie di suicidio e scoppi d'ira: sono passati tre giorni da quando se ne è andato, senza dare più sue notizie, si impasticca per riuscire a dormire e non sente squillare il cellulare proprio mentre lui finalmente la chiama. Quando riesce a parlare all'uomo, si sente solo la voce di lei, che nell'attesa che passi a prendere le sue cose (compreso il cane), le ha sistemate nelle valige, ed è uscita una sola volta di casa, unica scena in esterno, per andare in un negozio di ferramenta a comprare un'ascia e una tanica da riempire di benzina: il fuoco, alla fine, avrà un effetto catartico e purificatore. Lei è interpretata da un'attrice strepitosa, Tilda Swinton, e sentirla recitare vale da solo il prezzo del biglietto, soprattutto per come pronuncia, essendo britannica e di origini scozzesi, senza massacrarlo, l'inglese, rendendolo perfettamente intellegibile anche a chi, come me, è un po' fuori esercizio: non mi sono perso una parola, cose che risulta difficile quando a parlarlo è un americano per non dire un australiano, a meno di non aver frequentato delle ottime scuole di dizione. Una vera chicca. 

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