martedì 11 aprile 2023

I tre moschettieri: D'Artagnan

"I tre moschettieri - D'Artagnan" (Les trois mousquetaires: D'Artagnan) di Martin Bourboulon. Con François Civil, Vincent Cassel, Romain Duris, Pio Marmaï, Eva Green, Louis Garrel, Lyna Khoudri, Vicky Krieps, Jakob Fortune-Lloyd, Alexis Michalik e (molti) altri. Francia 2023 ★★★★1/2

Non si contano i film di cappa e spada tratti dai romanzi di Alexandre Dumas (padre) in collaborazione con Auguste Maquet, tra i capolavori della letteratura mondiale e, comunque, tra i libri più conosciuti sul pianeta, a dispetto di essere usciti dapprima a puntate in appendice al giornale Le Siècle nel 1844, ma pochi così ben concepiti, girati e interpretati come questa prima parte del dittico che comprenderà la seconda, dedicata a Milady, in uscita a dicembre: personalmente, non vedo l'ora. Perché in primis il cinema è spettacolo, e quindi intrattenimento, non solo "cibo per il cervello" o materia di riflessione, e questo film lo è allo stato puro, di evasione senza pensieri. Primo merito del regista è di avere seguito rigorosamente la trama del libro, il primo della serie, in cui il giovane guascone D'Artagnan giunge a Parigi con l'intenzione di diventare moschettiere e di come riesca, quasi per caso, a entrare nel trio che costituisce l'élite di quel corpo di guardie personali del Re di Francia, che all'epoca in cui è ambientato, il 1627, era Luigi XIII (interpretato con la consueta sottilissima ironia da quel simpatico ceffo di Louis Garrel, che fa sempre piacere vedere all'opera); il secondo, di essere riuscito a rendere in maniera comprensibile e lineare una trama alquanto ingarbugliata e farla rientrare in 120 minuti giusti, quanto è la durata della pellicola, non tralasciando nulla di quanto è essenziale per apprezzare il trascinante racconto e porre le premesse per il seguito che, non ho dubbi, sarà all'altezza. Tralascio volutamente di accennare alla trama perché chi mi legge l'avrà senz'altro presente per aver letto il romanzo in gioventù, perché è di quelle che non si dimenticano, come del resto quella de Il conte di Montecristo, sempre di Dumas-Maquet; o del ciclo dei Pirati della Malesia o dei Corsari delle Antille di Emilio Salgari: in caso negativo, hanno un'ottima occasione per farsi un'idea del libro vedendo uno spassoso film d'azione in costume, un vero e proprio colossal d'altri tempi, senza effetti speciali ma con gran profusione di mezzi e di personale e una notevole accuratezza nella ricostruzione dell'ambiente dell'epoca, insomma niente a che fare con la tipiche "americanate" ma un prodotto dal gusto e dalla fattura in tutto e per tutto europei. Vincent Cassel è un sofferto Athos, Romain Duris un satireggiante Aramis, Pio Marmaï il gaudente Porthos, François Civil, poco noto da noi, un impertinente D'Artagnan, Lyna Khoudri la sua dolce ma al contempo vispa Constance, Vicky Krieps Anna D'Austria, sposa del re di Francia, Jakob Fortune Loyd il suo amante Lord Buckingham e la splendida e sempre più brava Eva Green la miglior Milady che sia apparsa sullo schermo, più dark che mai. Da vedere senza indugi. 

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