domenica 26 marzo 2023

As bestas

"As bestas" di Rodrigo Sorogoyen. Con Denis Ménochet, Marina Foïs, Luis Zahera, Diego Anido, Machi Salgado, Gonzalo Carcía, José Manuel Fernández y Blanco, David Menéndez, Marie Colomb, Luisa Merelas e altri. Spagna, Francia 2022 ★★★★

Siamo in un villaggio rurale del Bierzo, in Galizia, dove Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Foïs) si sono trasferiti per scelta di vita: dedicarsi a un'agricoltura sostenibile e ristrutturare alcuni rustici disabitati al fine di sviluppare il turismo sul territorio e ripopolare il paese. Coerenti col loro zelo ecologico, si sono rifiutati di firmare a favore dell'installazione di ulteriori pale eoliche nella zona, entrando così in dissidio con la comunità locale, soprattutto con due fratelli, Xan e Loren, che abitano nel podere confinante. Inizialmente il contrasto si esprime attraverso battute e prese in giro all'osteria del paese, dove Antoine viene canzonato per non essere in grado di capire né la lingua locale (il galiziano sta allo spagnolo quanto il friulano all'italiano e per un francese suona del tutto incomprensibile) e per essere, per l'appunto, uno straniero, per di più erudito (è un ex insegnante, la moglie ha sempre un libro per le mani) e non "puzzare di merda" come gli indigeni, che a malapena sono usciti dalla valle in cui abitano da sempre. Dai luoghi comuni che affondano nella storia spesso contrastata tra i due Paesi si passa pian piano allo scontro tra due mentalità, e a un crescente rancore soprattutto da parte di chi sente di essere da sempre penalizzato, defraudato nei propri diritti e ora incompreso e ostacolato nel momento possibilità di esprimere la propria scelta per un destino diverso: il danaro che arriverebbe dalla concessione dei permessi, per i locali e, soprattutto, per i due fratelli, significa finalmente qualcosa di concreto nelle tasche per imaginare un futuro diverso altrove, fosse soltanto a Ourense, il capoluogo della provincia, dove trasferirsi per comprare un taxi e alternarsi nella sua guida. Insomma la possibilità di una scelta, cosa che la coppia francese ha avuto, decidendo di vivere lì. La divergenza tra due visioni dell'esistenza ricorda da vicino Il vento fa il suo giro, memorabile film di Giorgio Diritti uscito nel 2005 che si svolgeva nelle valli occitane del Cuneese, ma la tematica ecologica e le tensioni che innesta anche il recente e notevole Alcarràs, vincitore della Berlinale dello scorso anno, e il crescendo della tensione, per alcuni versi, Cane di paglia di Sam Peckinpah, senza però mai arrivare all'esplosione della violenza. Che c'è, latente, ma non si vede, nemmeno quando, dopo una serie di minacce, mai del tutto esplicite, tentativi di spiegarsi, ripicche, richieste di intervento da parte della Guardia Civíl, che si guarda bene dall'intercedere in favore dei due foresti, i due fratelli affondano il colpo e Antoine sparisce. A questo punto il film viene "affidato" alle mani di Olga che, rimasta sola, si ostina nella ricerca del corpo di Antoine, e a continuare la vita dove e come aveva scelto assieme al marito, anche quando la figlia Marie farà di tutto per dissuaderla: la scena della loro discussione in cucina, quando la ragazza mette in dubbio la sanità mentale della madre, è memorabile almeno quanto quella dell'osteria quando Antoine cerca di far ragionare Xan, il maggiore dei due fratelli, uno scontro dialettico che fa riflettere. Oltre alla "carne al fuoco" dei temi non da poco tirati in ballo, dall'ambientalismo di chi può permetterselo all'adeguamento a un'illusorio progresso da parte di chi però ha sempre subito le scelte degli altri e vuole rifarsi, ma anche alle relazioni famigliari, interpersonali e allo scontro generazionale, il grande merito del regista e sceneggiatore (in collaborazione con Isabel Peña) è di essere stato capace di mantenere tutto l'impianto sotto controllo senza mai cadere nella tentazione di premere il piede sull'acceleratore: se la violenza rimane latente e si percepisce dalla costante sensazione di pericolo, si dà modo allo spettatore di entrare nelle dinamiche tra i personaggi, capirne le ragioni e i sentimenti più profondi, riflettere su quanto sta accadendo; senz'altro all'ottimo risultato contribuiscono la felice scelta degli interpreti e un fotografia all'altezza. 

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