martedì 14 marzo 2023

Un uomo felice

"Un uomo felice" (Un homme hereaux) di Tristan Séguéla. Con Fabrice Luchini, Catherine Frot, Philippe Katerine, Victor Artus Solaro, Camille Le Gall, Grégoire Bonnet, Agnès Hurstel, Bastien Ughetto, Laëtitia Eïdo, Paul Mirabel e altri. Francia 2023 ★★★ 

Come giustamente sostiene il mio guru cinematografico Gianmatteo Pellizzari, a-critico per definizione, da una commedia leggera ci si attende leggerezza. Che è il contrario di complessità. Ci sono giornate in cui non si ha voglia di cercare in un film gravose riflessioni sulle cause e i rimedi dei mali del mondo ma di distrarsi e ricavare qualche momento di serenità e buonumore. Un uomo felice è esattamente quel che serve allo scopo. Confezionato con la lievità e l'ironia proprie della migliore tradizione francese, non vuol essere nulla di più che un'occasione per sorridere su un argomento serio, l'identità di genere, che può essere affrontato anche divertendosi, vedendone gli aspetti paradossali, specie quando viene a intrecciarsi con il ruolo di genere. Che saltano all'occhio trattandosi del "coming out" di Edith, la moglie di Jean Leroy (Fabrice Luchini, come sempre vale da solo il biglietto), sindaco di una cittadina del tradizionalista Pas de Calais, madre di tre figli, che comunica la decisione di entrare in fase di transizione per diventare quello che si è sempre sentita: un uomo. Lo fa proprio nel momento in cui il marito decide di candidarsi per il terzo mandato a capo di una lista che si chiama, non a caso, "Avanti come prima", ossia l'immobilismo più assoluto. Conservatore, opportunista, baciapile all'occorrenza, dapprima non la prende sul serio, ma deve ricredersi quando se la trova in casa vestita da uomo e con un primo accenno di baffi cresciuti grazie all'assunzione di testosterone ché, in segreto, ricorre a un medico che la guida nel tragitto oltre a frequentare un gruppo di appoggio e confidare i suoi problemi a un amico omosessuale. Edith/Edi, (Catherine Frot) promette a Jean di non metterlo in imbarazzo durante la campagna elettorale ma inevitabilmente qualcosa andrà storto, specialmente quando tra un brindisi e un altro si alza la gradazione alcolica e gli avversari pubblicano sui "social" un video che vede il sindaco baciare un uomo... che si rivelerà sua moglie. Tra battute esilaranti, situazione grottesche, ritratti di gente di provincia stereotipati quanto si vuole ma estremamente realistici, tutto finirà bene, come deve in un film di questo tipo, ma non per il solito, malinteso buonismo e "politicamente corretto": con garbo, ce n'è per tutti i luoghi comuni e i benpensanti di ogni genere. In fondo, è un inno al buon senso degli individui e al lasciar vivere, sottintendendo che spesso le persone sono più ben disposte verso il prossimo e flessibili rispetto agli schemi in cui le si vuole irreggimentare e definire.  

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