mercoledì 8 marzo 2023

The Quiet Girl

"The Quiet Girl" (An Cailín Cíuin) di Colm Bairéad. Con Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennet, Michael Patrick Carmody, Cate Nic Chonaonaigh, Joan Heehy e altri. Irlanda 2022 ★★★★+

Un altro bel film in questo inizio dell'anno cinematografico tutt'altro che deludente: tra l'altro originalmente girato in gaelige, un contributo del regista, qui alla sua prima prova nel lungometraggio, affinché il gaelico irlandese non venga completamente sopraffatto dall'invasivo e dominante inglese, che gli orgogliosi isolani non possono che percepire come una sorta di colonizzazione culturale. Una storia semplice, raccontata con rispettoso garbo, che parla di quanto un ambiente sano e affettuoso sia fondamentale per fare emergere appieno le potenzialità di una persona che ha la sfortuna di nascere in una famiglia disfunzionale, dove dominano ignoranza, indifferenza e miseria mentale come di sentimenti, ma anche delle dinamiche tra genitori e figli, di sangue o putativi (o elettivi). E' questo il caso di Cáit, splendidamente interpretata da Catherine Clinch, una bambina di 9 anni, una figura destinata a rimanere nella memoria, la più piccola, e trascurata, delle figlie di una coppia di contadini impoveriti a causa dell'avventatezza e irresponsabilità del padre, uno scommettitore incallito, e con una madre inacidita alle prese con un bambino in fasce e un'ulteriore gravidanza. Siamo nell'Irlanda Sud Orientale e in questo contesto anaffettivo e dominato dallo squallore, Caít si difende col silenzio ed è vista come quella "diversa" sia dalle sorelle maggiori sia dai compagni di scuola: quando si presenta l'occasione di "rifilarla" per le vacanze estive dai Kinsella, una coppia senza figli che si è offerta di prendersene cura e conduce con tutt'alta accuratezza e competenza un'azienda agricola a tre ore di distanza, per i genitori è una liberazione ma per lei si apre un altro mondo. Eibhlín, che è una cugina di sua madre, è una donna dolce e comprensiva che, prendendosene amorevolemente cura senza melensaggine ma con rispetto, non forza Cáit a uscire dal suo naturale riserbo, ma la riempie di quelle attenzioni e di quell'affetto che nella famiglia d'origine non aveva mai conosciuto, tant'è che in breve tempo spariscono pure gli episodi di enuresi notturna per la quale la tormentavano denigrandola come piscialletto; ma è soprattutto l'evolversi del rapporto col marito di lei Seán, un uomo apparentemente burbero e di poche parole come lei, a essere la chiave di volta e l'aspetto più interessante e riuscito del film. I due imparano a comunicare con un codice proprio, costituito da fatti e piccoli dettagli concreti; attenzioni, insomma, ma soprattutto silenzi, e Seán saggiamente, le raccomanderà di farne tesoro perché, il più delle volte, il tacere è un valore, anche a costo, talvolta, di contravvenire a un'altra regola d'oro in una famiglia: quella di non avere segreti. Accettata dalla coppia per quello che è, presto Cáit accetterà anche se stessa, prendendo coscienza di tutte le sue doti, a cominciare da una intelligenza viva, libera; da una bellezza che si intravede in nuce e sul punto di sbocciare nonché da una notevole facilità di corsa che, con ampie falcate, le consentirà di prendere il volo verso una vita consapevole e piena. Attenzione ai particolari, una fotografia di alto livello, che non indugia sugli aspetti più scontati e cartolineschi della natura dell'Isola di Smeraldo, ne fanno un film sensibile ma non melodrammatico, tanto ben fatto quanto prezioso. 

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