lunedì 20 marzo 2023

Per niente al mondo

"Per niente al mondo" di Ciro D'Emilio. Con Guido Caprino, Boris Isaković, Irene Casagrande, Antonio Zavatteri, Diego Ribon, Antonella Attili, Josafat Vagni e altri. Italia 2022 ★★★-

Al suo secondo lungometraggio dopo l'esordio, quattro anni fa, con il promettente Un giorno all'improvviso, il regista campano si conferma disinvolto nell'uso della macchina da presa come nell'articolazione del racconto, in cui si intersecano diversi piani temporali, di una vicenda ispirata, con molta libertà, a fatti realmente accaduti, oltre che nella descrizione assai credibile di un particolare ambiente di provincia, ma difetta su lato della sceneggiatura, curata dallo stesso D'Emilio in collaborazione con Cosimo Calamini, a tratti resa zoppicante dalla scarsa verosimiglianza di alcune situazioni e per il mancato approfondimento di alcuni aspetti. Detto ciò, il risultato è discreto, grazie soprattutto alla convincente prestazione degli interpreti, la cui scelta va sua volta a merito dell'autore. Siamo in una qualche cittadina nella Pedemontana veneta e Bernardo (Guido Caprino) è uno chef di successo e capace che ha in mente di trasformare il locale di sua proprietà per coronare il sogno della prima "stella": figlio di contadini, è uno che "si è fatto da solo" e conquistato una reputazione così come i due amici di sempre che continua a frequentare: Stefano, imprenditore ed ex calciatore di Serie A e soprattutto Sergio, suo compagno dall'infanzia, che è anche il suo "navigatore" nei rally, altra passione coltivata dal Nostro. Insomma tre ex poaréti che ce l'hanno fatta a inserirsi nell'ambiente "bene" della scialba cittadina in cui vivono e si godono il raggiunto benessere, ma da un giorno con l'altro le prospettive cambiano e i sogni di Bernardo, nonché il suo mondo, svaniscono di colpo perché viene arrestato con l'accusa di essere la mentre di una banda di rapinatori che ha preso di mira le villette della zona, svuotandole, e questo perché nella banda è coinvolto un suo cugino. L'impatto col carcere è durissimo e l'incubo in cui è precipitato senza potersene fare una ragione dura un intero anno finché non viene scagionato. Nel frattempo, il rapporto con Elia, un serbo dal passato complicato suo compagno di cella (l'ottimo Boris Isaković) è quello che lo salva psicologicamente, e continuerà anche dopo l'uscita dal carcere di entrambi, perché se anche dichiarato del tutto estraneo alle accuse con una sentenza, nulla sarà come prima: non solo il suo locale non c'è più ma, soprattutto, su di lui graverà sempre l'ombra del sospetto; Stefano non riuscirà nemmeno a parlargli e Sergio, nel frattempo diventato sindaco, anche se solidarizza con lui almeno a parole non sarà in grado di dargli l'aiuto, anche economico, di cui ha bisogno per riemergere e avere la speranza di tornare alla vita a cui era abituato. Cosa sarà disposto a fare nel tentativo di recuperarla, dato che non è possibile attraverso il lavoro di cuoco in una trattoria di second'ordine che è l'unica cosa che è riuscito a rimediare? In più, c'è il rapporto con la figlia Giuditta (Irene Casagrande) da cercare di salvare senza rovinarle la giovinezza. E invece si avvia un percorso di nemesi negativa che non è il caso di illustrare oltre. Quello che funziona, oltre ad alcuni colpi di scena non da poco, sono soprattutto la descrizione di un certo ambiente e l'interazione fra gli interpreti, in particolare quella fra Caprino e Isaković da un lato e i due amici storici, soprattutto Sergio (Diego Ribon) dall'altro. Se migliora nella scrittura e rivede le scelte per quanto riguarda la sceneggiatura, non c'è dubbio che D'Emilio è in grado di fare di meglio e prendersi non poche soddisfazioni. 

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