mercoledì 5 ottobre 2022

Omicidio nel West End

"Omicidio nel West End" (See How They Run) di Tom George. Con Sam Rockwell, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Ruth Wilson, Reece Shearsmith, Harris Dickinson, David Oyewolo, Shirley Henderson, Sian Clifford, Pippa Bernett-Warner e altri. USA 2022 ★★+

Che si tratti di un gioco, un divertissement cinematografico-letterario citazionista a oltranza ce ne si accorge fin da quando appare sullo schermo il cartellone del teatro londinese dove, nell'inverno del 1953, si festeggiava la centesima rappresentazione di Trappola per topi di Agatha Christie (ve ne sarebbero state infinite altre: la più lunga serie ininterrotta fino al lockdown da pandemia del 2020, fra l'Ambassador's e il St Martin Theatre, entrambi nel West end londinese): durante il relativo ricevimento, viene assassinato dietro le quinte Leo Köpernick, un regista americano che vorrebbe farne l'adattamento cinematografico, cosa che qualcuno non gradisce e il suo cadavere viene esposto in scena. A impersonarlo è Adrien Brody, che da "Morto" fa la voce narrante; e già da qui si ha l'impressione di assistere a un film di Wes Anderson (vedi Grand Hotel Budapest) senza però lui a dirigere le operazioni, ma Tom George, esordiente nel lungometraggio e proveniente dalle serie TV e si vede, a cominciare dall'utilizzo indiscriminato dello schermo diviso e del flash back. Come non bastassero gli intorcolati e improbabili intrecci della Christie, a cui il film vuole rendere seppure ironicamente omaggio (visto un giallo, visti tutti è una delle battute che ritorna) a fare da base, abbiamo il mondo del cinema con i suoi tormentoni (i battibecchi tra registi, sceneggiatori e produttori) che si inserisce in quello del teatro con i suoi, e i relativi luoghi comuni: le checche isteriche, gli attori egolatri, le rivalità, gli intrecci di corna, le gelosie, l'avidità (tutte cose già viste, e mi torna alla mente un altro capolavoro inarrivabile: Birdman); infine le indagini vere e proprie affidate alla solita vista e rivista scombinata e improbabile coppia di poliziotti, ovviamente di Scoltand Yard, una sorta di Gianni e Pinotto di sesso diverso: il disilluso e alcolizzato ispettore Stoppard e la petulante agente e aspirante sergente che l'assiste, Stalker (un nome, un programma), interpretati rispettivamente da Sam Rockwell e Saoirse Ronan, entrambi bravissimi, come del resto tutto gli altri componenti del cast. Che hanno se non altro tutti l'aria di essersi divertirsi un sacco durante le riprese, e se si prende il film come un gioco, che per fortuna dura (relativamente) poco, un'ora e mezzo e spiccioli, ci sono buone probabilità che il buonumore contagi anche il pubblico in sala, almeno quello che ama i "gialli" dell'autrice inglese (non è il mio caso), gli ammiccamenti, i giochi di parole scontati e le trame inutilmente intricate e sconclusionate: poco dopo essere uscito dal cinema avevo già dimenticato chi fosse l'assassino (come in ogni lavoro della Christie avrebbe potuto essere qualsiasi dei personaggi, a cominciare dal maggiordomo, tanto per rimanere ai luoghi comuni). Insomma, se l'intento affettuosamente parodistico è evidente quanto dichiarato, la sua riuscita mi sembra francamente discutibile anche se il film si fa vedere. 

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