sabato 15 ottobre 2022

Athena

"Athena" di Romain Gavras. Con Dali Benssalah, Alexis Manenti, Anthony Bajon, Karim Lasmi, Radostina Rogliano, Ouassini Embarek, Tarek Haddaji, Mehdi Abldelhakmi, Sami Slimane e altri. Francia 2022 ★★★1/2

Athena, nome immaginario di una banlieue parigina quanto mai realistica, è il primo lavoro che vedo del controverso figlio di cotanto padre, da cui ha ereditato la propensione per il cinema scomodo e un indubbio talento dietro alla macchina da presa. Athena ha molti tratti in comune con I Miserabili di Ladj Ly, che peraltro qui è cosceneggiatore, uscito tre anni fa, però mostrando alcuni pregi in più. Originale senza dubbio la scelta di adattare agli stilemi della tragedia greca classica una potenziale vicenda attuale, una rivolta particolarmente violenta di un intero quartiere di emarginati pressoché "off limits", situazione peraltro comune nelle periferie francesi sempre sull'orlo dell'esplosione, in seguito alla morte di un ragazzino di cui i ribelli ritengono responsabile la polizia. Il film si apre con il tentativo di Abdel, un soldato fresco reduce dai vari fronti (africani) in cui è impegnato l'esercito francese e originario di Athena che, in fianco al capo della polizia, cerca di calmare le acque garantendo ai suoi abitanti che i colpevoli verranno identificati e resi noti: la sua credibilità sta nel fatto, oltre a essere una sorta di eroe del quartiere, di essere il fratello maggiore di Imir, il ragazzino tredicenne assassinato, ma a non dargli credito, per primo, è il penultimo dei fratelli, Karim, il giovane caporione che, facendo scoppiare la molotov che tiene in mano nella sala del commissariato dove sta avendo luogo la conferenza stampa di Abdel, dà il via alla rivolta, che parte con un piano-sequenza memorabile in cui si vedono i rivoltosi invadere l'edificio, impossessarsi di armi e automezzi e sfrecciare verso il loro quartiere a bordo di un camioncino della polizia che issa la bandiera francese, dove si asserraglieranno erigendo barricate contro la polizia e mettendo Athena a ferro e fuoco. Di piani sequenza, che portano lo spettatore a immergersi nel caos della protesta, fin quasi a venirne stordito, ce ne sono altri, seguendo i movimenti sia di Karim, che organizza militarmente la rivolta nei meandri del quartiere, sia di Abdel che tenta di penetrarvi per persuaderlo a non insistere nella protesta, sia il terzo dei fratelli sopravvissuti, Moktar, uno spacciatore che risulta equidistante perché interessato unicamente alla prosecuzione indisturbata dei propri affari ma di "importanza strategica" per i piani degli altri due. I ritmi sono frenetici, i toni a loro modo epici, la tensione allo spasimo, i colpi di scena a ripetizione ma, come in ogni tragedia che si rispetti, in tanto odio latente che scoppia quando saltano tutti gli schemi, compresi quelli dei rapporti famigliari, e la situazione è totalmente fuori controllo, finirà male per tutti e tre i fratelli rimasti (per non parlar del quarto, già cadavere, origine del tutto), ognuno dei quali ha combattuto per uno scopo: uno per il mantenimento di una sorta di status quo; un altro vendetta, ritenendo impossibile una giustizia; l'ultimo per i suoi interessi, ma che nulla possono contro il destino. Senza dubbio un film spettacolare e coinvolgente, che non ha mancato di far discutere, come se nelle intenzioni di Gavras vi fosse una sorta di inno alla violenza, mentre mi pare evidente che sia, da un lato la riproposizione di un dramma che esiste da quando lo hanno rappresentato gli antichi greci; dall'altro, un'immersione estremamente efficace in contesti più reali di quel che si vuol credere, o che si finge di non vedere, pronti a deflagrare da un momento all'altro. Grande abilità di ripresa, anche se l'utilizzo dei piani sequenza di cui sopra può rasentare l'abuso, ottime le prestazioni degli interpreti, potente la colonna sonora: un film che non può lasciare indifferenti. 

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