"Mi rifaccio vivo" di Sergio Rubini. Con Pasquale Petrolo, Neri Marcorè, Emilio Solfrizzi, Margherita Buy, Vanessa Incontrada, Sergio Rubini, Gianmarco Tognazzi, Bob Messini, Valentina Cervi, Enzo Iacchetti. Italia 2013 ★★★⅓
Una commedia surreale, com'è nelle corde di Rubini, spassosa, ben congegnata, con interpreti (tra cui il regista) che a loro volta si stanno palesemente divertendo, che affronta il tema dell'invidia e della vendetta da un lato e quello della cosiddetta "etica" capitalista dall'altro, quella che non è altro che avidità e spirito di sopraffazione e imbroglio, camuffati magari da belle maniere e perbenismo. Protagonista è Biagio Bianchetti (Petrolo), un grosso commerciante vittima di un enorme complesso di inferiorità perché dall'infanzia vive all'ombra di Ottone di Valerio (Marcorè), già suo compagno di scuola e concorrente. In seguito a una ennesima fregatura presa proprio da lui si trova sull'orlo della bancarotta e decide di suicidarsi... Custode dell'aldilà, che ha le sembianze di un lussuoso centro benessere, Biagio trova non San Pietro ma Carlo Marx in persona, che il suo angelo custode (Rubini) riesce a convincere a concedergli un'ultima settimana sulla terra nei panni di qualcun altro per dimostrare di essere capace di compiere delle buone azioni. Biagio sceglie le sembianze di Dennis Ruffino (Solfrizzi), uno strano manager-guru new age scelto da Ottone per rendere vincente l'azienda dandole una patina terzomondista, con l'intento di vendicarsi del rivale, che scopre essere a sua volta preda di crisi di panico, irrimediabilmente infantile e vittima del dogma famigliare di primeggiare in tutto quel che fa; scopre inoltre di quanto sia stato egoista lui stesso e cieco nei confronti del prossimo. Tra colpi di scena, situazioni paradossali e battute mai volgari la storia si sviluppa con ottimo ritmo e leggerezza senza essere mai banale e scadere nella gag televisiva: è cinema vero, lieve, intelligente senza alcuna pretesa di essere intellettuale, altamente godibile. Azzeccata, come sempre in Rubini, la scelta degli attori, l'ideale per un paio d'ore di sano divertimento: perché il cinema è anche questo.
Una commedia surreale, com'è nelle corde di Rubini, spassosa, ben congegnata, con interpreti (tra cui il regista) che a loro volta si stanno palesemente divertendo, che affronta il tema dell'invidia e della vendetta da un lato e quello della cosiddetta "etica" capitalista dall'altro, quella che non è altro che avidità e spirito di sopraffazione e imbroglio, camuffati magari da belle maniere e perbenismo. Protagonista è Biagio Bianchetti (Petrolo), un grosso commerciante vittima di un enorme complesso di inferiorità perché dall'infanzia vive all'ombra di Ottone di Valerio (Marcorè), già suo compagno di scuola e concorrente. In seguito a una ennesima fregatura presa proprio da lui si trova sull'orlo della bancarotta e decide di suicidarsi... Custode dell'aldilà, che ha le sembianze di un lussuoso centro benessere, Biagio trova non San Pietro ma Carlo Marx in persona, che il suo angelo custode (Rubini) riesce a convincere a concedergli un'ultima settimana sulla terra nei panni di qualcun altro per dimostrare di essere capace di compiere delle buone azioni. Biagio sceglie le sembianze di Dennis Ruffino (Solfrizzi), uno strano manager-guru new age scelto da Ottone per rendere vincente l'azienda dandole una patina terzomondista, con l'intento di vendicarsi del rivale, che scopre essere a sua volta preda di crisi di panico, irrimediabilmente infantile e vittima del dogma famigliare di primeggiare in tutto quel che fa; scopre inoltre di quanto sia stato egoista lui stesso e cieco nei confronti del prossimo. Tra colpi di scena, situazioni paradossali e battute mai volgari la storia si sviluppa con ottimo ritmo e leggerezza senza essere mai banale e scadere nella gag televisiva: è cinema vero, lieve, intelligente senza alcuna pretesa di essere intellettuale, altamente godibile. Azzeccata, come sempre in Rubini, la scelta degli attori, l'ideale per un paio d'ore di sano divertimento: perché il cinema è anche questo.
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