sabato 3 dicembre 2011
Zebre volanti su un campo di patate
INTER-UDINESE 0-1 - La sconfitta era nell'aria. Che l'Udinese sia più forte dell'Inter lo dice la classifica, lo confermano i numeri dei gol fatti e subiti, la qualità del gioco: sotto la direzione di Franz Guidolin quello dei friulani era il migliore per qualità in Italia già l'anno scorso, e si è confermato tale anche in questa stagione, almeno finora, pur con giocatori diversi. Uguale il tecnico. E identica la politica societaria, che porta invariabilmente i bianconeri ad avere il bilancio in attivo. Per scaramanzia questa volta non sono andato a San Siro: dal vivo ho patito troppe volte l'Udinese come bestia nera, in più l'incontro con la squadra di Furlanìa dilania il mio cuore nerazzurro per via delle mie origini nella piciule patrie: una sofferenza comunque, addolcita in questo caso dal primato in classifica delle "zebrette". Il primo tempo è stato equilibrato: attacco a due punte (spuntate), Milito e Pazzini per l'Inter, che però si davano da fare pur non rendendosi mai davvero pericolose; più pungente l'Udinese in tre-quattro contropiedi, protagonisti Di Natale e Torje; pessimi i guardalinee che fischiavano due fuorigioco inesistenti a Di Natale (e uno a Milito). Nell'Inter Ranieri metteva titolare dall'Inizio Faraoni, che aveva giocato gli ultimi 5' nelle ultime due uscite, in cui mi era piaciuto: tenuto sull'out destro, è stato il miglior nerazzurro nei primi 45', confezionando almeno tre assist perfetti e rivelandosi capace di tirare calci d'angolo degni di Snejder; si è confermato un pippone Álvarez: lento, impreciso, capace di giocare solo di mancino, e che ha il vizio di accentrarsi invece di allargare il gioco: puntualmente sostituito nell'intervallo con Nagatomo, che fungeva da esterno sinistro. Purtroppo nella ripresa le punte dell'Inter sparivano del tutto mentre l'Udinese avanzava di una ventina di metri il baricentro cominciando a pressare seriamente: questo metteva in apprensione centrocampo e difesa della Beneamata, che dava evidenti segni di confusione e carenza di energie: cominciavano a sbagliare perfino Faraoni e Chivu, fin lì i migliori in campo (il rumeno un po' troppo falloso). A rendersi pericolosa è solo l'Udinese, che prende in mano le redini del gioco e si muove a memoria. Doppio cambio Zarate per Faraoni (che aveva preso a zoppicare) e Floro Flores per Torje, e qui Guidolin vinceva la partita. L'argentino si confermava "veneziano", il napoletano il miglior perno possibile tra di Natale e Isla: su una combinazione di questi tre l'Udinese passava al 27', dopo un'altra occasionissima non sfruttata sempre da Isla che passava a Di Natale invece di tirare. Devastante Arnero sull'out sinistro, ottimi Benatia sia dietro sia nelle incursioni davanti, esemplare Danilo, un vero "libero", ottimo acquisto. Dal gol dell'Udinese in poi l'arbitro Gervasoni va definitivamente in palla confusione e non tiene più la partita, lasciando correre quando non dovrebbe e interrompendola ad minchiam. Ineccepibile il rigore concesso all'Udinese al 39' per fallo di Zanetti su Asamoah (doppia ammonizione per il capitano che viene espulso, se non ricordo male, per la seconda volta in carriera) ma Di Natale, esausto, se lo fa parare da Julio Cesar, che si rivelerà il migliore dei nostri; quattro minuti dopo, Gervasoni ne cicca un'altra concedendo un rigore all'Inter per un inesistente fallo di Ferronetti su Milito. Va sul dischetto Pazzini e scivola miseramente mandando sopra la traversa la chance dell'immeritato pareggio nerazzurro: giustizia calcistica è fatta, nostro malgrado, ma la colpa non era del "pazzo" bensì del terreno sempre più indecente del "Meazza": e pensare che era stato completamente rizollato non più di due settimane fa. E' una scabrosa vicenda, quella del "manto" di San Siro, che va avanti fin dai tempi della copertura dello stadio in occasione dei Mondiali del 1990, e neanche prima era uno splendore: forse il terreno sintetico è l'unica soluzione plausibile, almeno per me che sono contrario all'ipotesi di costruzione dello stadio di proprietà (meglio investire in giocatori freschi e motivati). Fatto sta che i nostri, pur giocando in casa, cadevano come birilli il triplo rispetto a quelli dell'Udinese, che a San Siro giocano due volte l'anno. Sarà un caso?
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