"Midnight in Paris" di Woody Allen. Con Owen Wilson, Rachel McAdams, Michael Stern, Nina Arianda, Marion Cotillard, Kathy Bates. USA, USA, Spagna 2011 ★★★ ★
Un'altra chicca in un periodo felice per le uscite nelle sale prima della valanga di film dozzinali in occasione delle feste natalizie, la 42ª pellicola firmata da Woody Allen, che ritorna nell'amata Parigi, cui dedica una lunga sequenza iniziale di inquadrature da cartolina su un bellissimo tema jazz, prima di raccontare la vicenda fantasiosa di Gil, sceneggiatore di Hollywood con ambizioni letterarie, che si trova nella città in cui vorrebbe trasferirsi insieme a Inez e ai suoi invadenti e reazionari genitori, mentre la fidanzata non vuole saperne, preferendo Malibu e la vita scintillante invece della cultura. Più diversi non potrebbero essere e Gil se ne rende progressivamente conto viaggiando nel tempo, perché perdendosi nelle strade di Parigi, dopo una serata di degustazione di vini in cui si è lasciato andare, sotto Montmartre viene invitato a salire su un taxi d'epoca e si trova a incontrare e poi frequentare di persona personaggi della Ville Lumière degli anni venti, l'epoca da lui prediletta, da Francis Scott Fitzgerald a Hemingway, da Elliot a Buñuel a Gertrude Stein a cui fa leggere il suo manoscritto e che lo incoraggerà. La cosa si ripete alla mezzanotte in punto dei giorni successivi e, rassicurato sulle sue qualità di scrittore (messe indubbio e comunque considerate inutili dalla venale fidanzata e dai suoi ignoranti genitori) finisce per innamorarsi di Adriana, già amante di Modigliani, Picasso e Hemingway, che lo contraccambia ma che a sua volta considera come età dell'oro non quella in cui vive lei ma quella della Belle Époque, dove entrambi saranno catapultati "Chez Maxime" e al "Moulin Rouge", e dove Adriana preferirà rimanere. Il film è pieno di humour non banale, come nella miglior tradizione di Allen (rivisto in gran forma) e al contempo profondo, trattando le insicurezze dell'artista, i rapporti personali, quello tra la realtà in cui si vive e le proprie aspirazioni più, con lievità e acutezza, il tutto in un meccanismo narrativo perfettamente congegnato, girato con mano sicura: alto artigianato del cinema. Merita.
Un'altra chicca in un periodo felice per le uscite nelle sale prima della valanga di film dozzinali in occasione delle feste natalizie, la 42ª pellicola firmata da Woody Allen, che ritorna nell'amata Parigi, cui dedica una lunga sequenza iniziale di inquadrature da cartolina su un bellissimo tema jazz, prima di raccontare la vicenda fantasiosa di Gil, sceneggiatore di Hollywood con ambizioni letterarie, che si trova nella città in cui vorrebbe trasferirsi insieme a Inez e ai suoi invadenti e reazionari genitori, mentre la fidanzata non vuole saperne, preferendo Malibu e la vita scintillante invece della cultura. Più diversi non potrebbero essere e Gil se ne rende progressivamente conto viaggiando nel tempo, perché perdendosi nelle strade di Parigi, dopo una serata di degustazione di vini in cui si è lasciato andare, sotto Montmartre viene invitato a salire su un taxi d'epoca e si trova a incontrare e poi frequentare di persona personaggi della Ville Lumière degli anni venti, l'epoca da lui prediletta, da Francis Scott Fitzgerald a Hemingway, da Elliot a Buñuel a Gertrude Stein a cui fa leggere il suo manoscritto e che lo incoraggerà. La cosa si ripete alla mezzanotte in punto dei giorni successivi e, rassicurato sulle sue qualità di scrittore (messe indubbio e comunque considerate inutili dalla venale fidanzata e dai suoi ignoranti genitori) finisce per innamorarsi di Adriana, già amante di Modigliani, Picasso e Hemingway, che lo contraccambia ma che a sua volta considera come età dell'oro non quella in cui vive lei ma quella della Belle Époque, dove entrambi saranno catapultati "Chez Maxime" e al "Moulin Rouge", e dove Adriana preferirà rimanere. Il film è pieno di humour non banale, come nella miglior tradizione di Allen (rivisto in gran forma) e al contempo profondo, trattando le insicurezze dell'artista, i rapporti personali, quello tra la realtà in cui si vive e le proprie aspirazioni più, con lievità e acutezza, il tutto in un meccanismo narrativo perfettamente congegnato, girato con mano sicura: alto artigianato del cinema. Merita.
Nessun commento:
Posta un commento