"Scialla! (Stai sereno) di Francesco Bruni. Con Fabrizio Bentivoglio, Filippo Scicchitano, Barbora Bobulova, Giuseppe Guarino,Prince Manujibeya, Arianna Scomegna, Vinicio Marchioni, Raffaella Lebboroni, Giacomo Ceccarelli. Italia 2011 ★★★½
Nel suo film d'esordio Francesco Bruni, conosciuto come "lo sceneggiatore di Virzì", ha dimostrato che si può fare un film ambientato nella Roma d'oggi, parlando di coppie scoppiate, disillusioni politiche e personali, rapporti tra genitori e figli perfino partendo da un'inquadratura del "gazometro" senza rifare Ozpetek o Muccino o Brizzi o ancora scadere nel vanzinismo e senza calcare la mano sul romanesco cinematografaro più del necessario. Tant'è vero che il sempre bravissimo Bentivoglio, protagonista principale assieme all'altro esordiente, Filippo Scicchitano, è Bruno Beltrame, un professore padovano con un passato da autore di racconti, che ha lasciato l'insegnamento, disgustato dall'ambiente, e le velleità letterarie per tirare avanti facendo ripetizioni e scrivendo biografie di personaggi famosi, al momento Tina, una Bobulova per una volta credibile nel ruolo di ex porno star dell'Est ora produttrice di film. Luca, quindicenne ignorante ma intelligente, simpatico, sveglio e fondamentalmente buono è uno degli studenti a cui Bruno da ripetizioni finché la madre, Marina, lo ricontatta per svelargli che è suo figlio e pregarlo di accoglierlo a casa sua per il tempo in cui lei verrà mandata nel Mali per un lavoro da cooperante dove Luca non può seguirla, senza però dirgli della paternità. La vita dell'apatico Bruno viene sconvolta, ma anche Luca impara a conoscere una nuova dimensione: i due, che pur parlano non solo con accenti differenti ma proprio linguaggi diversi, e pur condividendo gli spazi sembrano vivere in mondi paralleli seppur contigui, ma a comunicare e quindi a convivere, e la pellicola racconta appunto di questo loro avvicinamento attraverso le vicende scolastiche e non solo che accompagnano la loro convivenza, fino alla inevitabile rivelazione della loro stretta parentela. Lo fa senza pregiudizi ideologici, senza giudicare, con umorismo ma senza scadere nel banale e nella volgarità: non la solita commedia generazionale. Onore al merito, nemmeno una scena di festa o discoteca in cui si balla: cosa più unica che rara in un film italiano d'oggi. Convincente.
Nel suo film d'esordio Francesco Bruni, conosciuto come "lo sceneggiatore di Virzì", ha dimostrato che si può fare un film ambientato nella Roma d'oggi, parlando di coppie scoppiate, disillusioni politiche e personali, rapporti tra genitori e figli perfino partendo da un'inquadratura del "gazometro" senza rifare Ozpetek o Muccino o Brizzi o ancora scadere nel vanzinismo e senza calcare la mano sul romanesco cinematografaro più del necessario. Tant'è vero che il sempre bravissimo Bentivoglio, protagonista principale assieme all'altro esordiente, Filippo Scicchitano, è Bruno Beltrame, un professore padovano con un passato da autore di racconti, che ha lasciato l'insegnamento, disgustato dall'ambiente, e le velleità letterarie per tirare avanti facendo ripetizioni e scrivendo biografie di personaggi famosi, al momento Tina, una Bobulova per una volta credibile nel ruolo di ex porno star dell'Est ora produttrice di film. Luca, quindicenne ignorante ma intelligente, simpatico, sveglio e fondamentalmente buono è uno degli studenti a cui Bruno da ripetizioni finché la madre, Marina, lo ricontatta per svelargli che è suo figlio e pregarlo di accoglierlo a casa sua per il tempo in cui lei verrà mandata nel Mali per un lavoro da cooperante dove Luca non può seguirla, senza però dirgli della paternità. La vita dell'apatico Bruno viene sconvolta, ma anche Luca impara a conoscere una nuova dimensione: i due, che pur parlano non solo con accenti differenti ma proprio linguaggi diversi, e pur condividendo gli spazi sembrano vivere in mondi paralleli seppur contigui, ma a comunicare e quindi a convivere, e la pellicola racconta appunto di questo loro avvicinamento attraverso le vicende scolastiche e non solo che accompagnano la loro convivenza, fino alla inevitabile rivelazione della loro stretta parentela. Lo fa senza pregiudizi ideologici, senza giudicare, con umorismo ma senza scadere nel banale e nella volgarità: non la solita commedia generazionale. Onore al merito, nemmeno una scena di festa o discoteca in cui si balla: cosa più unica che rara in un film italiano d'oggi. Convincente.
Nessun commento:
Posta un commento