venerdì 16 dicembre 2011

Pinzillacchere Napolitane


Mentre il governo Monti è in procinto di veder approvata la manovra economica che è la sua ragion d'essere dal Parlamento più screditato della storia repubblicana, la vaselina viene cortesemente fornita, ad ampie dosi e gratuitamente, dal Presidente della Repubblica, main sponsor dell'esecutivo tecnico in carica. Ben due gli interventi odierni del capo dello Stato sulla necessità di sacrifici da parte "dell'Italia intera", che sono richiesti, quindi, «anche agli italiani dei ceti meno abbienti, perché si facciano le scelte indispensabili al fine di preservare lo sviluppo della nostra economia». Già l'idea di "preservare lo sviluppo" in una fase di conclamata recessione sembra una barzelletta prima ancora che una dolce chimera, a maggior ragione in presenza di misure che nulla incidono in termini di crescita; ma notate come si insinua in modo untuosamente indolore quel piccolo, lieve, apparentemente inoffensivo anche nelle parole di Giorgio Napolitano, quasi a suggerire, in maniera subliminale, che se la gran parte dei provvedimenti colpisce il corpaccione della società italiana, compresi, proprio perché non nominati, i ceti più abbienti, "in via del tutto eccezionale", considerato lo stato di necessità (e urgenza, si potrebbe aggiungere), questa volta dovranno pagare anche, nel senso di perfino, i ceti più poveri. Potenza delle parole, in questo caso avverbi, quando vengono usate con la squisita e sobria eleganza propria di Re Giorgio, il Quiet Power Broker.

1 commento:

  1. E' "il migliore", no? Rispetto a chi?
    A QUESTI.
    Ma li scelgono in base al tasso di ignoranza esibita?

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