La sparizione delle zuccheriere
Mentre l'Unione Europea si trastulla con le misure anticrisi non sapendo che pesci pigliare, incapace di prendere una decisione, il suo elefantiaco apparato burocratico è instancabile nel produrre direttive demenziali e paternalistiche, che oltre a trattare i cittadini come dei deficienti non hanno altro scopo che favorire lobby e potentati industriali a scapito della libertà individuale e della produzione artigianale. Anche se gli ignari consumatori non se ne rendono conto, esistono norme precise sulla misura di fragole o pomodori nonché sulla curvatura e il calibro di cetrioli e carote: le conoscono perfettamente i produttori, specialmente quelli di merce plastificata e uniformata reperibile sugli scaffali dei supermercati, a scapito di ortaggi e frutta più "ruspante", e lo stesso vale per le carni: ormai non se ne trova che non sia adulterata in partenza, ma si riempiono la bocca di sicurezza alimentare e norme igieniche. E' che ormai non ci facciamo più caso: assuefatti all'ortaggio, al frutto, alla bistecca usciti dalla catena di montaggio, uniforme, senza difetti, col suo bel colore sgargiante e il sapore invariabilmente chimico, quello che troviamo sugli alberi o in un campo lo consideriamo uno scarto, nemmeno degno di comparire sui banchi dei negozi, salvo in qualche mercato contadino di quelli a "chilometro zero" che cominciano a diffondersi. Da quando ho deciso di tenere un minimo sotto controllo la glicemia, dimezzando lo zucchero, ossia mezza bustina per tazzina di caffè, ho cominciato a rendermi conto da un lato che erano sparite le zuccheriere e dall'altro dello spreco immane, di zucchero e di carta: guardandomi attorno ho notato che in media tre persone su quattro non utilizzano tutto il contenuto della (o delle) bustine. E questo non sarebbe una follia? E a vantaggio di chi? Incuriosito, scopro che la sparizione delle zuccheriere è dovuta a una direttiva dell'UE di dieci anni fa, che ha ricevuto attuazione nella Terra dei Cachi (e della "tazzina") col d.l. n° 51 del 20 febbraio del 2004. Se la ratio della norma era l'igiene, cosa vietava di multare quei bar che mettevano sul banco dei contenitori indecenti? O di usare degli spargizucchero con dosatore, chiusi e a prova di "contaminazione", come tuttora si utilizzano in Austria o Germania, che pure mi risultano fare parte della UE come l'Italia? Più in generale, perché l'UE o una qualsiasi autorità deve impedirmi di "avvelenarmi" come credo? Senza contare che mi sento perfettamente in grado di giudicare da me il livello di pulizia e di servizio di un locale pubblico: se non mi soddisfa, giro sui tacchi e rinuncio al caffè. La normativa imbecille fa il paio con quella che impone ai Bed and Breakfast di offrire una colazione esclusivamente composta da alimenti confezionati e sigillati, col risultato che a Palermo o ad Aberdeen si è costretti a inghiottire la stessa merda comprata al supermercato o discount più vicino e uguale in tutto il continente: le stesse identiche marche di burro, marmellata, corn flakes americanizzanti, müsli posticcio ma dietetico e l'immancabile Nutella, in microconfezioni da 20 grammi. Di questa Europa faccio volentieri a meno, mentre nei settori dove sarebbe indispensabile, dalla politica economica e fiscale, a quella estera a quella della difesa, risulta latitante o impotente.
sei pronto a raggiungermi col "senza zucchero", così non sprechi e la glicemia la controlli ancor di più. E poi il gusto del caffè da solo è impagabile
RispondiEliminail segretario