BAYUR – (LAGO MANINJAU) –
La zona di Bukittinggi, a Sumatra Ovest, a due ore di viaggio dalla
moderna Padang, terza città dell'isola, affacciata sull'Oceano Indiano, è
il cuore di questa rigogliosa regione vulcanica, dove sopravvivono
numerose aree di foresta pluviale, abitata prevalentemente dalla
popolazione minangkabarau. Come i batak, anche le tribù minang
sono arrivate a Sumatra dalla Penisola Malese, attraversando lo Stretto
di Malacca, tra il 1000 e il 2000 A.C., per stabilirsi poi sugli
altipiani dei monti Bukit Barisan, anche se la leggenda vuole che
discendano da Alessandro Magno, e siani giunti a sulla grande isola
guidati da Maharjo Dirajo, il figlio più giovane dell'imperatore
macedone. Sebbene questo popolo sia di religione musulmana, la sua
struttura sociale si conserva di tipo matrilineare, e lungo il ramo
femminile vengono trasmesse proprietà e ricchezze. Ogni minangkabarau appartiene al clan della propria madre, il cui nucleo base è il sapariouk
(ossia pentola di riso: è cioè formato da coloro che sono imparentati
per linea materna che mangiano insieme) ed è composto da madre, nipoti e
genero,
mentre la figura maschile più importante della famiglia è il fratelllo
maggiore della madre. Molteplici le ipotesi sull'origine del nome di
questa popolazione, ma tutte hanno a che fare con il termine kerbau,
che significa bufalo: anche qui come nella zona del Lago Toba animale
totemico, alla forme delle cui corna si rifanno sia l'architettura sia i
motivi dei ricami sia i, generale, dei costumi tradizionali dei minangkabarau,
di cui fanno parte i difusi combattimanti tra bufali. Tipiche
specializzazioni artigianali di questo popolo sono la tessitura e la
lavorazione dell'argento. Ci si trova a oltre 900 metri d'altezza, per
cui la temperatura pè estremamente gradevole ed è un piacere
attraversare queste terre ondulate, particolarmente fertili perché
risultato delle eruzioni dei circostanti vulcani Merapi, Singgalang e
Sago, tutti attivi e tutti abbondantemente superiori ai 2000 metri
d'altezza, e soggette ad abbondanti e regolari precipitazioni. Uno degli
angoli più belli della regione è il Lago Maninjau, formatosi nel
cratere del vulcano omonimo, tranquillo, pulitissimo, perfetto per la
balneazione, con acque dalla temperatura ancora più tiepida di quelle
del Lago Toba, nonostante sia profondo fino a 400 metri, senza per
questo assumere quelle caratteristiche termali che renderebbero
sfiancante, nonché alla fine sgradevole, nuotarvi. Vi si giunge dopo
un'ora e mezzo di viaggio da Bukittinggi, il tempo necessario per
percorrere i 38 chilometri di strada a saliscendi in una zona collinare
panoramica e rigogliosa, per poi affrontare ben quarantaquattro tornanti
per discendere il cratere e che porta al lago: l'impressione è di
scendere dallo Stelvio, trovando al fondo della valle non Bormio o
Trafoi ma un lago incantato, che ricorda quelli laziali. Fortunatamente
l'asfalto tiene e la sede stradale è relativamente ampia, a differenza
delle condizioni generali della rete viaria di Sumatra. Anche qui, oltre
alla risicoltura a terrazza, obbligata dalla conformazione del terreno,
e alla coltivazionedi ortaggi e frutta, sono diffuse pesca e
piscicultura: una specie di carpa che costituisce l'alimentazione-base, come anche delle frittelle di equivalenti dei “gianchetti”, insieme al rendang, uno spezzatino di bufalo cotto a fuoco lento nel latte di cocco speziato, altro piatto tipico della cucina Padang
(che prende il nome dalla capitale di Sumatra Ovest) accompagnati,
ovviamente, da riso. Molto rari i turisti; come il Lago Toba questo è un
Luogo-Cynar: ideale contro il logorio della vita moderna.
Se uno non riesce a togliersi di dosso la frenesia e la voglia di
strafare in un posto come questo, significa che gli sono definitivamente
fottuti i neuroni e che è irrecuperabile! La prossima tappa sarà
Bandarlampung, nell'estremità meridionale di Sumatra, affacciata sul
Canale della Sonda che la separa da Giava, dove dopo 24 ore di bus,
opportunamente programmate per il giorno di Natale, mi attende il
vulcano Krakatoa, nel bel mezzo dello stretto, prima di sbarcare su
Giava. Nel frattempo, buone feste a chi mi segue su queste pagine!
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