martedì 6 novembre 2007
La nobile Joinville
JOINVILLE -
Incuriosito dal nome stranamente francese di questa città, la più
popolosa dello Stato di Santa Catarina con quasi 500 mila abitanti,
ultima tappa di questa escursione nel Brasile teutonico, sono andato a
informari sulle sue origini. Dopo la destituzione di Luigi Filippo dal
trono di Francia nel 1848, il figlio François, principe di Joinville
(eccoci) era emigrato ad Amburgo dove, rimasto a corto di quattrini,
aveva venduto 8 dei 25 lotti di terreno ricevuti in dote per il suo
matrimonio con Dona Francisca, la figlia dell'imperatore del Brasile Dom
Pedro I, al senatore della città anseatica Christian Mathias Schroeder,
che prontamente lanciò un progetto di popolazione di questi luoghi. Nel
1851 partì la prima nave di emigrati, La Colón, e il 9 marzo dello
stesso anno fu fondata Colônia Dona Francisca, che prese in
seguito il nome attuale. Chiamata anche la "Manchester Catarinense",
Joinville è il terzo polo industriale del Brasile del Sud, dopo San
Paolo e Curitiba, basato soprattutto sui settori metalmeccanico,
chimico, tessile, mentre negli ultimi anni ha preso vita il terziario,
soprattutto grazie allo sviluppo di software. La città è gradevole,
ordinata, pulita, e le attività industriali sono state occultate
piuttosto abilmente alla vista quando non trasferite nei sobborghi. Ma
anche in centro l'attività ferve e il movimento è continuo. Tra gli
esercizi commerciali, ho notato una netta predominanza di negozi di
elettrodiomestici di ogni genere, giganteschi, e di calzature: con
zatteroni multicolori, di ogni tipo di materiale e per tutti i gusti per
ogni esigenza di elevazione dal suolo. Le riminiscenze tedesche negli
edifici sono meno evidenti che non a Blumenau, ma non mancano. La città è
piuttosto vivace anche culturalmente, soprattutto nel campo dello
spettacolo: oltre che di un rinomato Festival Jazz, è sede dal 1983 del
più grande Festival della Danza al mondo per numero di partecipanti
(4500 ballerini) nonché sede dell'unica filiale fuori dalla Russia della
Scuola di danza del Teatro Bolshoi. Purtroppo., piove e non fa per
nulla caldo. Altroché primavera avanzata e País Tropical!
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