domenica 11 novembre 2007
Domenica corrientina
CORRIENTES - Mentre dalla Terra dei Cachi arrivavano notizie contraddittorie sulla morte di un tifoso laziale ucciso da due colpi "sparati per aria" da un agente della stradale nel corso di una rissa tra imbecilli laziali e juventini che si erano incontrati e fronteggiati nell'area di sosta di un autogrill, e mentre quell'inetto del ministro degli Interni Amato parla come sempre di "tragico errore", dimenticandosi impegni, promesse e dellle solite parole al vento pronunciate in seguito ai fatti di Catania dello scorso gennaio che già avevano portato alla sospensione del campionato (sulla questione, da tifoso e appassionato di calcio, nonché frequentatore di stadi rimando a quanto scritto da Vittorio Zucconi su Repubblica), ho preso il mio bel taxi collettivo e per l'equivalente di 50 centesimi di euro mi sono fatto trasportare a Corrientes, a 20 chilometri sull'altro lato del Paraná e situata sulle rive del fiume, a differenza di Resistencia che si trova più all'interno. Bellissimo il ponte, il primo sul Paraná in Argentina, lungo ben 17000 metri a una sola campata, intitolato, per un grande sforzo di fantasia, al generale Manuel Belgrano e inaugurato nel 1973 e che ha segnato la fine dell'isolamento di fatto delle Province di Corrientes e Misiones. Anch'essa capitale della Provincia omonima, la gentile Corrientes è una delle città più antiche del Paese, e sorge appena a Sud della confluenza del Grande Fiume con il Paraguay. Qui, nella sonnacchiosa atmosfera che si respira ancora negli isolati in stile coloniale del centro della città, soprattutto intorno al monastero di San Francisco e specialmente oggi, che è una assolata domenica priva di traffico e con le strade quasi deserte, Graham Greene aveva ambientato Il console onorario, che recentemente è stato trasposto anche in versione cinematografica, film in verità poco memorabile salvo l'interpretazione del grandissimo Michael Caine. Anche qui, male abituati ormai all'andazzo italiota, stupisce la cortesia e la gentilezza delle persone con cui si entra in contatto, dal tassista alla cameriera, al primo a cui chiedi un'informazione. Capita anzi spesso che ci sia qualcuno che, vedendoti indeciso e disorientato, si offra di darti aiuto o suggerimenti. A me ha fermato un signore che, dopo avermi chiesto se ero straniero e in visita di piacere alla città, ha esordito dicendo che a Corrientes "non c'`niente di preparato per il turista. E sa perché? Semplice: il turista non vota. E noi l'abbiamo fatto appena due settimane fa". In una giornata iniziata con pessime notizie in arrivo dall'Italia, il pensiero corre subito all'andazzo che ci è ben conosciuto. Mi confermava anche, con orgoglio "resistente", che la dirimpettaia del lato occidentale, nata da una costola di Corrientes, l'ha superata da un pezzo per abitanti e ricchezza, e che è una città italiana a tutti gli effetti, basta sentire la pronuncia, chiedendomi se mi ero accorto che in alcuni quartieri, tra cui quello in cui lui era cresciuto (anche se ora lavora "di qua"), l'italiano è tuttora la lingua parlata correntemente. No: però della predominanza di nomi e facce italiane, soprattutto settentrionali, a Resistencia, mi ero reso conto subito. Una tranquilla e placida domenica passeggiando per la città e sulla costanera, a vedere il movimento delle chiatte cariche di container sul fiume, uomini e ragazzi che pescano, altri che prendono il sole, tutti che bevono il mate, con calabaza, bombillas e termos di ordinanza sottobraccio. Nulla di speciale ma una giornata rilassante e gradevole in una città ospitale.
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