mercoledì 24 dicembre 2008

Tra i laghi e i vulcani di Sumatra Ovest


Danau Maininjau by SekitarBAYUR – (LAGO MANINJAU) – La zona di Bukittinggi, a Sumatra Ovest, a due ore di viaggio dalla moderna Padang, terza città dell'isola, affacciata sull'Oceano Indiano, è il cuore di questa rigogliosa regione vulcanica, dove sopravvivono numerose aree di foresta pluviale, abitata prevalentemente dalla popolazione minangkabarau. Come i batak, anche le tribù minang sono arrivate a Sumatra dalla Penisola Malese, attraversando lo Stretto di Malacca, tra il 1000 e il 2000 A.C., per stabilirsi poi sugli altipiani dei monti Bukit Barisan, anche se la leggenda vuole che discendano da Alessandro Magno, e siani giunti a sulla grande isola guidati da Maharjo Dirajo, il figlio più giovane dell'imperatore macedone. Sebbene questo popolo sia di religione musulmana, la sua struttura sociale si conserva di tipo matrilineare, e lungo il ramo femminile vengono trasmesse proprietà e ricchezze. Ogni minangkabarau appartiene al clan della propria madre, il cui nucleo base è il sapariouk (ossia pentola di riso: è cioè formato da coloro che sono imparentati per linea materna che mangiano insieme) ed è composto da madre, nipoti e genero,Lake Maninjau di Sakitar mentre la figura maschile più importante della famiglia è il fratelllo maggiore della madre. Molteplici le ipotesi sull'origine del nome di questa popolazione, ma tutte hanno a che fare con il termine kerbau, che significa bufalo: anche qui come nella zona del Lago Toba animale totemico, alla forme delle cui corna si rifanno sia l'architettura sia i motivi dei ricami sia i, generale, dei costumi tradizionali dei minangkabarau, di cui fanno parte i difusi combattimanti tra bufali. Tipiche specializzazioni artigianali di questo popolo sono la tessitura e la lavorazione dell'argento. Ci si trova a oltre 900 metri d'altezza, per cui la temperatura pè estremamente gradevole ed è un piacere attraversare queste terre ondulate, particolarmente fertili perché risultato delle eruzioni dei circostanti vulcani Merapi, Singgalang e Sago, tutti attivi e tutti abbondantemente superiori ai 2000 metri d'altezza, e soggette ad abbondanti e regolari precipitazioni. Uno degli angoli più belli della regione è il Lago Maninjau, formatosi nel cratere del vulcano omonimo, tranquillo, pulitissimo, perfetto per la balneazione, con acque dalla temperatura ancora più tiepida di quelle del Lago Toba, nonostante sia profondo fino a 400 metri, senza per questo assumere quelle caratteristiche termali che renderebbero sfiancante, nonché alla fine sgradevole, nuotarvi. Vi si giunge dopo un'ora e mezzo di viaggio da Bukittinggi, il tempo necessario per percorrere i 38 chilometri di strada a saliscendi in una zona collinare panoramica e rigogliosa, per poi affrontare ben quarantaquattro tornanti per discendere il cratere e che porta al lago: l'impressione è di scendere dallo Stelvio, trovando al fondo della valle non Bormio o Trafoi ma un lago incantato, che ricorda quelli laziali. Fortunatamente l'asfalto tiene e la sede stradale è relativamente ampia, a differenza delle condizioni generali della rete viaria di Sumatra. Anche qui, oltre alla risicoltura a terrazza, obbligata dalla conformazione del terreno, e alla coltivazionedi ortaggi e frutta, sono diffuse pesca e piscicultura: una specie di carpa che costituisce Pagaruyung Palace visto da dietro, di der Willil'alimentazione-base, come anche delle frittelle di equivalenti dei “gianchetti”, insieme al rendang, uno spezzatino di bufalo cotto a fuoco lento nel latte di cocco speziato, altro piatto tipico della cucina Padang (che prende il nome dalla capitale di Sumatra Ovest) accompagnati, ovviamente, da riso. Molto rari i turisti; come il Lago Toba questo è un Luogo-Cynar: ideale contro il logorio della vita moderna. Se uno non riesce a togliersi di dosso la frenesia e la voglia di strafare in un posto come questo, significa che gli sono definitivamente fottuti i neuroni e che è irrecuperabile! La prossima tappa sarà Bandarlampung, nell'estremità meridionale di Sumatra, affacciata sul Canale della Sonda che la separa da Giava, dove dopo 24 ore di bus, opportunamente programmate per il giorno di Natale, mi attende il vulcano Krakatoa, nel bel mezzo dello stretto, prima di sbarcare su Giava. Nel frattempo, buone feste a chi mi segue su queste pagine!

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