"C'era una volta il crimine" di Massimiliano Bruno. Con Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi, Giampaolo Morelli, Carolina Crescentini, Massimiliano Bruno, Giulia Bevilacqua, Edorardo Leo, Ilenia Pastorelli, Duccio Camerini, Rolando Ravello e altri. Italia 2022 ★★★
Incombono tempi cupi, il desiderio di distrarsi dal bombardamento mediatico di notizie false e tendenziose (nei fatti la censura di guerra, al di là dell'abituale autocensura dell'informazione italiana di suo) e di sottrarsi alla dilagante idiozia diffusa da ogni possibile media si fa necessità per mantenere un minimo di equilibrio mentale, quindi ben venga la terza puntata, prevedibilmente l'ultima, della saga ideata da Massimiliano Bruno e che aveva preso il via con Non ci resta che il crimine: saltato il secondo capitolo, Ritorno al crimine, sono passato direttamente al terzo, e le considerazioni sull'intera operazione, e il relativo giudizio, rimangono in linea con quello detto nella prima occasione, tre anni fa. Nella composizione della banda di criminali allo sbaraglio che viaggiano nel tempo, all'imbranato Sebastiano interpretato da Alessandro Gassman è subentrato Claudio Ranieri (Morelli), uno studioso di storia contemporanea, insegnante precario in un liceo recuperato dalla cugina Lorella, appena esonerato per avere aggredito (giustamente) a testate uno studente particolarmente ignorante e strafottente, e le sue approfondite competenze in materia saranno necessarie a Moreno (Giallini) e Giuseppe (Tognazzi) per districarsi nell'epoca in cui saranno catapultati questa volta, l'estate del 1943 attorno alla fatidica data dell'armistizio (l'otto settembre), con la missione di rubare ai nazisti la Gioconda, nascosta in una cassa in un castello vicino a Parigi. Riescono nell'impresa, ma "bucano" ben tre appuntamenti con il portale spazio-temporale che li riporterà al giorno d'oggi: prima a Camogli, dove verranno nascosti nella casa della futura nonna di Moreno Adele (Crescentini): ma i nazisti porteranno con sé la piccola Monica, sua figlia nonché madre dello stesso Moreno, che così sarà costretto a recuperarla per... poter nascere a sua volta; lì vicino incontreranno Sandro Pertini a capo di un gruppo di partigiani; poi Caserta, dove si imbatteranno nel Re codardo, in procinto di fuggire a Brindisi con l'infame Badoglio, infine Isernia, per non dimenticare che esiste il Molise: non lontano, a Campo Imperatore, è agli arresti il Duce, in procinto di essere liberato per ordine di Hitler da Skorzeny per essere portato al Nord e messo a capo della Repubblica di Salò. Fughe, inseguimenti, gustosi gli incontri coi personaggi storici, con notazioni non banali: non è tutta "caciara" banale, insomma. Arrivati a Napoli e recuperata la bambina, sono saltati tutti i "ponti" per poter tornare al presente ma in loro soccorso dal futuro arriveranno Gianfranco (il nerd informatico interpretato da Bruno) e Lorella (la sua compagna, Bevilacqua) che, utilizzando il portale del 1982, hanno recuperato anche Renatino (Leo) e Sabrina (Pastorelli, la madre di Lorella da giovane) e forse riusciranno a salvare anche i nostri eroi, anticipando di alcuni giorni le Quattro Giornate di Napoli... I sequel di solito perdono qualcosa rispetto al primo episodio ma qui non molto: rimane una favola ed è un gioco, ma non mancano spunti di riflessione, volendoli vedere, e la valutazione rimane complessivamente positiva, anche grazie all'affiatamento degli interpreti, che rende le cosa più facili al regista, e a una ricostruzione d'epoca piuttosto accurata considerando il tipo di film. Una boccata d'aria che comunque in questo periodo non può che fare bene.
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