"Scompartimento N.6 - In viaggio con il destino" (Hytti Nro 6) di Yuho Kuosmanen. Con Seidi Haarla, Yuriy Borisov, Yuliya Aug, Lidia Costina, Tomi Alatalo, Dinara Drukarova, Vladimir Lysenko, Dmitriy Belenikhin e altri. Finlandia, Estonia, Germania, Russia 2021 ★★★★+
Adattamento dell'omonimo romanzo di Risa Liksom, girato su pellicola, di cui mantiene le calde tonalità, e virato in digitale, Scompartimento N.6 conferma appieno il grande talento e la capacità già emerse il La vera storia di Olli Mäki, il suo film d'esordio, del giovane regista Yuho Kousmanen di raccontare storie e personaggi genuini, in cui chiunque possa immedesimarsi, oltre a quella di ricreare atmosfere che si possono quasi assaporare olfattivamente, e dunque percepire oltre la visione, tanto è evocativa la potenza delle immagini, pur nella loro semplicità. Non gli occorre granché: un appartamento moscovita, un treno, che è protagonista del film quanto i due personaggi principali, il paesaggio russo che si vede dai finestrini e le stazioni in cui si ferma nel tragitto fra Mosca e Murmansk, oltre il Circolo Polare Artico, l'unico luogo in cui due persone così diverse come Laura, una ragazza finlandese che studia archeologia e il coetaneo Ljoha, un rude minatore russo, avrebbero potuto incontrarsi e conoscersi. Laura, che vive a Mosca e ha una relazione problematica con una professoressa che prima la incoraggia a dirigersi verso Nord per vedere dei petroglifi e poi la pianta in asso, non si scoraggia e parte da sola: il viaggio, per lei significherà verificare il valore del suo rapporto e fare chiarezza con sé stessa; per Ljoha, raggiungere un nuovo posto di lavoro nella sua vita che si svolge fra un cantiere e l'altro, ma anche conoscere una persona che non corrisponde ai suoi parametri abituali. Non il classico On The Road Movie all'americana (e mi viene in mente il penoso e ambiguo, per quanto pluripremiato Nomadland) per quanto il viaggio in sé sia l'ossatura del film: in un tempo sospeso, il luogo soprattutto mentale in cui ci si ritrova e si ha l'occasione di mettersi in discussione e ridefinirsi, confrontandosi con situazioni non abituali e persone sconosciute per imparare a guardare a loro, come a sé stessi, da una prospettiva nuova. Che èciò che accade a Laura e Ljoha, dopo un primo approccio impacciato e maldestro da parte del ragazzo, che pur nella sua rozza ignoranza dimostra una sensibilità e intelligenza non comuni che prima incuriosiscono e poi rassicurano la fanciulla: anche se un possibile lieto fine è lasciato intravvedere, il film non cede mai al sentimentalismo e alla melensaggine, così come l'uso di paesaggi inconsueti e suggestivi non è ammiccante o cartolinesco. Una vena di nostalgia c'è, la memoria va agli anni Novanta, con la Russia che porta ancora con sé molte tracce di sette decenni di Unione Sovietica, in cui il Kuosmanen era adolescente e che rievoca con grande efficacia. Come sempre la bravura di un regista si nota anche dalla capacità di scegliere e utilizzare gli attori, e sia Seidi Haarla sia Yuriy Borisov si segnalano per due interpretazioni di altissimo livello, e tutti gli altri personaggi che entrano in scena di volta in volta nelle diverse situazioni risultano estremamente efficaci e credibili. Un film da non perdere, avendo l'occasione.
Nessun commento:
Posta un commento