"Titane" (Une merde titanique) di Julia Ducourneau. Con Agathe Rousselle, Vincent Lindon, Garance Marillier, Lais Salameh, Dominique Frot, Bertrand Bonello, Theo Hellermann, Myriem Akheddiou e altri. Francia, Belgio 2021 💩🤮
Già il fatto di aver vinto la Palma d'Oro all'ultimo, squalificato Festival di Canes, la cui giuria quest'anno era preseduta da un mentecatto come Spike Lee, avrebbe dovuto mettermi sull'avviso; in più, il fatto di essere una coproduzione franco-belga, infine, essere diretto da una regista incazzosa e con la truncia incorporata il cui intento precipuo, da brava figlia della borghesia altolocata transalpina, è quello di sbalordire e sconcertare, in questo caso con immagini intenzionalmente violente e ripugnanti, in realtà volgari mirate unicamente a stupire, proprio i suoi consimili, darmi la certezza di assistere a una cagata memorabile, e non sono stato smentito. Uno dei film più idioti, inutilmente provocatorio e cervellotico che mi sia capitato di vedere. Alexia è una bambina insopportabile e disturbata che durante un viaggio in macchina col padre gli rompe talmente i coglioni da provocare un incidente in cui rimane ferita alla testa, e le viene impiantata una lastra di titanio, da cui il titolo di questa orrida cagata: da quel momento si innamora delle automobili. Cresciuta, si mette a esibirsi come ballerina, contorcendosi nel tipico frastuono cacofonico da rave party, ovviamente sui tetti degli oggetti meccanici dei suoi desideri erotici, in locali equivoci allestiti come saloni di concessionarie: lei ha un aspetto androgino e maschi e femmine le sbavano dietro per avere i sui favori sessuali e lei li elimina regolarmente conficcando loro un appuntito fermaglio per capelli nell'orecchio, mentre il sesso preferisce praticarlo con le macchine ben carrozzate e "dotate" e rimane incinta di una Cadillac. Dopo una serie di omicidi si traveste da ragazzo, e si fa passare per Adrien, un ragazzino scomparso una decina d'anni prima, la cui foto vede in una stazione di polizia dove è in stato di fermo, al quale potrebbe assomigliare: il figlio del capitano di una stazione di pompieri (Vincent Lindon) che sembrano uscire da un video dei Village People versione 2020, un altro disturbato che per combattere l'invecchiamento non esita a riempirsi di iniezioni di steroidi, che pur rendendosi conto che non si tratta di Adrien vuole credere che lo sia e l'accoglie come tale e, al disvelarsi della vera identità di Alexia, non solo l'accetta la ragazza come figlia ma anche, come nonno, la mostruosa creatura cyber-creatura che l'ha aiutata a partorire. Siccome è giusto punirsi per aver deciso di vedere quella che si annunciava come una stronzata galattica, sono rimasto a vedere quello che definire film è arduo fino al termine. Se vi volete male, fate la mia stessa cazzata e andate a vederlo.
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