"PIIGS - Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere con l'austerity" di Adriano Cutraro, Federico Greco, Mirko Melchiorre. Voce narrante Claudio Santamaria; intervengono tra gli altri Noam Chomsky, Yanis Varoufakis, Stefano Fassina, Paolo Barnard, Federico Rampini, Erri De Luca, Stephanie Kelton, Warren Mosler, Paul De Grauwe, Claudia Bonfini. Italia 2017 ★★★★
Documentario-inchiesta semplice, efficace, che racconta in maniera chiara ed esemplare gli effetti nefasti delle politiche di Austerity ispirate al dogma liberista che ha accompagnato la nascita dell'Unione Europea a Maastricht, con l'intento esplicitamente dichiarato dai suoi promotori di dare vita a un esperimento nuovo e mai tentato nella storia dell'economia, senza coinvolgere i cittadini interessati e anzi praticando il gioco delle tre carte e guardandosi bene dall'illustrare loro i reali scopi dell'operazione; politiche proseguite e perfino aggravate, benché manifestamente dannose, in seguito alla crisi finanziaria del 2007 scoppiata negli USA e propagatasi globalmente ma che ha fatto sentire i suoi effetti soprattutto in Europa scardinando i suoi sistemi di welfare. L'illuminante dimostrazione dei risultati nefasti dell'austerity imposta da Bruxelles e dal suo braccio armato di Francoforte, la BCE, il vero detentore del potere in seno all'UE, in nome di quell'altro dogma del contenimento del deficit pubblico nel 3% del PIL espresso nel cosiddetto Patto di stabilità e crescita da cui deriva l'indecente introduzione da parte del governo Monti nel 2012 dell'obbligo di pareggio di bilancio nella Costituzione (norma a sua volta di sospetta illegittimità costituzionale) è l'illustrazione degli effetti delle decisioni macroeconomiche in campo microeconomico, esemplificata dalla crisi che ha colpito una cooperativa sociale che si occupa principalmente di disabili psico-fisici (surrogando così lo Stato) fin dal 1991, la "Pungiglione" di Monterotondo, cittadina a Nord di Roma, coeva quindi dell'UE di Maastricht, ormai allo stremo a causa dei mancati o asfittici trasferimenti di denaro dallo Stato ai Comuni, che anticipano a quest'ultimo i proventi delle imposte locali senza vederli tornare indietro, a causa dei meccanismi del Patto di stabilità interno, conseguenza di quell'altro, esterno, di Stabilità e crescita sottoscritto nel 1997 dai Paesi dell'Eurozona per procedere all'integrazione monetaria prevista a Maastricht, e anche questo recepito nella cosiddetta Costituzione Europea bocciata da due referendum in Francia e Olanda nella primavera del 2005 ma travasata sostanzialmente intatta nel Trattato di Lisbona del 2007, che di una costituzione non ha il nome ma di fatto lo è per i Paesi aderenti, con prevalenza sulle quelle nazionali. Tutto questo il documentario lo spiega molto bene e in maniera convincente nell'arco di un'ora e un quarto: niente di nuovo, certo, ma confortante vedere la sala piena più che a metà al CinemaZero di Pordenone, ieri sera, in pieno orario di cena. A dimostrazione che appena glie ne si dà l'occasione, i cittadini si muovono per informarsi e per capire cose che nessun media istituzionale, dalla TV ai giornali irregimentati (quasi tutti allineati e coperti), si sogna di indagare e raccontare.
Documentario-inchiesta semplice, efficace, che racconta in maniera chiara ed esemplare gli effetti nefasti delle politiche di Austerity ispirate al dogma liberista che ha accompagnato la nascita dell'Unione Europea a Maastricht, con l'intento esplicitamente dichiarato dai suoi promotori di dare vita a un esperimento nuovo e mai tentato nella storia dell'economia, senza coinvolgere i cittadini interessati e anzi praticando il gioco delle tre carte e guardandosi bene dall'illustrare loro i reali scopi dell'operazione; politiche proseguite e perfino aggravate, benché manifestamente dannose, in seguito alla crisi finanziaria del 2007 scoppiata negli USA e propagatasi globalmente ma che ha fatto sentire i suoi effetti soprattutto in Europa scardinando i suoi sistemi di welfare. L'illuminante dimostrazione dei risultati nefasti dell'austerity imposta da Bruxelles e dal suo braccio armato di Francoforte, la BCE, il vero detentore del potere in seno all'UE, in nome di quell'altro dogma del contenimento del deficit pubblico nel 3% del PIL espresso nel cosiddetto Patto di stabilità e crescita da cui deriva l'indecente introduzione da parte del governo Monti nel 2012 dell'obbligo di pareggio di bilancio nella Costituzione (norma a sua volta di sospetta illegittimità costituzionale) è l'illustrazione degli effetti delle decisioni macroeconomiche in campo microeconomico, esemplificata dalla crisi che ha colpito una cooperativa sociale che si occupa principalmente di disabili psico-fisici (surrogando così lo Stato) fin dal 1991, la "Pungiglione" di Monterotondo, cittadina a Nord di Roma, coeva quindi dell'UE di Maastricht, ormai allo stremo a causa dei mancati o asfittici trasferimenti di denaro dallo Stato ai Comuni, che anticipano a quest'ultimo i proventi delle imposte locali senza vederli tornare indietro, a causa dei meccanismi del Patto di stabilità interno, conseguenza di quell'altro, esterno, di Stabilità e crescita sottoscritto nel 1997 dai Paesi dell'Eurozona per procedere all'integrazione monetaria prevista a Maastricht, e anche questo recepito nella cosiddetta Costituzione Europea bocciata da due referendum in Francia e Olanda nella primavera del 2005 ma travasata sostanzialmente intatta nel Trattato di Lisbona del 2007, che di una costituzione non ha il nome ma di fatto lo è per i Paesi aderenti, con prevalenza sulle quelle nazionali. Tutto questo il documentario lo spiega molto bene e in maniera convincente nell'arco di un'ora e un quarto: niente di nuovo, certo, ma confortante vedere la sala piena più che a metà al CinemaZero di Pordenone, ieri sera, in pieno orario di cena. A dimostrazione che appena glie ne si dà l'occasione, i cittadini si muovono per informarsi e per capire cose che nessun media istituzionale, dalla TV ai giornali irregimentati (quasi tutti allineati e coperti), si sogna di indagare e raccontare.
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