"La notte che mia madre ammazzò mio padre" (La noche que mi madre mató a mi padre) di Inés París. Con Belén Rueda, Eduard Frernández, Diego Peretti, María Pujalte, Fele Martínez, Patricia Montero. Spagna 2016 ★★★½
Fresca, pimpante e corroborante commedia grottesca, ideale per una afosa serata di mezza estate al fresco di una sala cinematografica climatizzata a dovere a chiusura di una giornata canicolare: in più ho sghignazzato ripetutamente durante un'ora e mezzo di gag esilaranti e situazioni tanto improbabili da poter essere perfino verosimili, almeno in un certo ambiente. Che è quello del cinema, perché il personaggio principale, la brava e versatile Belén Rueda (famosa presentatrice televisiva in patria che passa disinvoltamente da ruoli drammatici come in Mare adentro a quelli comici) nel ruolo di Isabel, attrice che si sente poco apprezzata e in preda alle incertezza dovute all'età che avanza, una sera che non deve occuparsi dei figli suoi e acquisiti, partiti per una settimana bianca in montagna, organizza una cena nella villa fuori Valencia di sua proprietà assieme al marito Angel, uno scrittore e sceneggiatore nevrotico, e all'ex moglie di lui Susana (segretamente innamorata proprio di Isabel), regista, per cercare di convincere il famoso attore argentino Diego Peretti (sé stesso non solo nel ruolo di attore, ma anche di laureato in medicina e già attivo come psichiatra) ad accettare il ruolo di protagonista principale del film che hanno intenzione di girare. Manca soltanto l'interprete femminile, e Isabel vede l'occasione per proporsi, ma indirettamente. Trattandosi di un giallo con omicidio, decide con l'aiuto dell'ex marito e della sua attuale svampita compagna, in realtà un'attrice scritturata per l'occasione, che faranno la loro comparsa durante la cena di lavoro che già dall'inizio nasce tra gli equivoci, di dimostrare la sua credibilità come possibile assassina... Non svelo oltre per evitare di svelare troppo e mi fermo qui. Film per un lato d'azione, o più propriamente fisico, e dall'altro di parola, con scambi di battute incessanti, sicuramente più apprezzabili in lingua originale ma che si possono intuire se si conoscono le differenze tra lo spagnolo iberico e il castellano parlato in Argentina, specie nella sua variante porteña (e non a caso Peretti è nome di chiara origine italiana) e il luoghi comuni che avvolgono gli abitanti delle due nazioni, è chiaramente un divertissement che coinvolge per primi gli interpreti che vi si prestano con entusiasmo e la regista, una commedia degli equivoci con tinte macabre ma dal finale rassicurante, intriso di umorismo noir tipicamente spagnolo. Io l'ho apprezzato molto e non mi stupisce che in Spagna sia stato campione di incassi.
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