"Animali notturni" (Nocturnal Animals") di Tom Ford. Con Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon, Aaron Taylor-Johnson, Laura Linney, Michael Sheen e altri. USA 2016 ★★★★½
In dubbio sino all'ultimo momento se attenderne il passaggio in televisione o andare a vederlo in sala, temendo che si trattasse di un trastullo sull'alta società eccessivamente leccato, fortunatamente ho scelto la seconda opzione perché si tratta di un bellissimo film, in cui l'elemento formale, una serie di immagini-quadro estremamente efficaci e capaci di colpire emotivamente, sono in funzione della storia che viene raccontata. Anche e soprattutto quando ritraggono il mondo asettico e apparentemente perfetto che circonda la protagonista, Susan Morrow, interpretata da una Amy Adams ancora una volta strepitosa, una gallerista d'arte moderna di Los Angeles che, a dispetto del successo, vive un'infelice esistenza coniugale con un marito sempre lontano e che la tradisce, e si trova a riflettere sulle proprie scelte passate quando riceve inaspettatamente un manoscritto da Edward, l'ex marito, da cui aveva divorziato molti anni prima infliggendogli un grave torto: il suo romanzo d'esordio dedicato proprio a lei. Animale notturno, lo divora durante le sue notti insonni coinvolgendosi completamente nel racconto tanto da immaginarsi visivamente la vicenda, come un incubo, e immedesimando Edward nel personaggio principale, finendo così di leggervi la metafora del loro rapporto e rendendosl conto non solo del dolore infertogli ingiustamente, ma anche di quanto abbia finito di assomigliare alla propria madre e ai "valori" alto-borghesi che rappresentava, fondati solo su denaro, apparenze e opportunismo, e contro cui s' era ribellata proprio sposandosi con Edward, una persona sensibile, sognatrice, piena di progetti. La pellicola scorre così su due piani: il mondo patinato e artefatto in cui vive suo malgrado, e quello interiore in cui rivive la vicenda raccontata nel romanzo intrecciandola coi suoi ricordi e trasponendola in una realtà immaginaria ma questa sì fatta di lacrime, sangue e dolore vero, in una parola viva ed espressa in modo potente dal regista Tom Ford. Che nasce come stilista e che ci regala, dopo l'ottimo A Single Man del 2009, un altro film formalmente ineccepibile e se possibile ancora più efficace: un dramma borghese formato thriller, il tutto col ritmo giusto, inquadrature perfette, fotografia magistrale e valendosi di interpreti in piena forma. Una bella conferma ma anche una gradita sorpresa.
In dubbio sino all'ultimo momento se attenderne il passaggio in televisione o andare a vederlo in sala, temendo che si trattasse di un trastullo sull'alta società eccessivamente leccato, fortunatamente ho scelto la seconda opzione perché si tratta di un bellissimo film, in cui l'elemento formale, una serie di immagini-quadro estremamente efficaci e capaci di colpire emotivamente, sono in funzione della storia che viene raccontata. Anche e soprattutto quando ritraggono il mondo asettico e apparentemente perfetto che circonda la protagonista, Susan Morrow, interpretata da una Amy Adams ancora una volta strepitosa, una gallerista d'arte moderna di Los Angeles che, a dispetto del successo, vive un'infelice esistenza coniugale con un marito sempre lontano e che la tradisce, e si trova a riflettere sulle proprie scelte passate quando riceve inaspettatamente un manoscritto da Edward, l'ex marito, da cui aveva divorziato molti anni prima infliggendogli un grave torto: il suo romanzo d'esordio dedicato proprio a lei. Animale notturno, lo divora durante le sue notti insonni coinvolgendosi completamente nel racconto tanto da immaginarsi visivamente la vicenda, come un incubo, e immedesimando Edward nel personaggio principale, finendo così di leggervi la metafora del loro rapporto e rendendosl conto non solo del dolore infertogli ingiustamente, ma anche di quanto abbia finito di assomigliare alla propria madre e ai "valori" alto-borghesi che rappresentava, fondati solo su denaro, apparenze e opportunismo, e contro cui s' era ribellata proprio sposandosi con Edward, una persona sensibile, sognatrice, piena di progetti. La pellicola scorre così su due piani: il mondo patinato e artefatto in cui vive suo malgrado, e quello interiore in cui rivive la vicenda raccontata nel romanzo intrecciandola coi suoi ricordi e trasponendola in una realtà immaginaria ma questa sì fatta di lacrime, sangue e dolore vero, in una parola viva ed espressa in modo potente dal regista Tom Ford. Che nasce come stilista e che ci regala, dopo l'ottimo A Single Man del 2009, un altro film formalmente ineccepibile e se possibile ancora più efficace: un dramma borghese formato thriller, il tutto col ritmo giusto, inquadrature perfette, fotografia magistrale e valendosi di interpreti in piena forma. Una bella conferma ma anche una gradita sorpresa.
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