Il baccanale degli Andrii di Tiziano Vecellio, esposto alla mostra Orlando furioso 500 anni al Palazzo dei Diamanti di Ferrara
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Poche ciance: se il risultato della riforma su cui aveva puntato tutte le carte il PD renziano è stato quello di domenica, l'asinistra italiana si è dimostrata altrettanto unfit a governare (© The Economist) della adestra, da cui la distingue un asservimento ai diktat eurocratici perfino più pedissequo.
Quanto alla querula litania sulla eterogeneità e divisione del cosiddetto "fronte del no", e all'inesistenza di una maggioranza alternativa a quella attuale, vorrei ricordare agli sconfitti che il quesito referendario verteva su una riforma costituzionale voluta e imposta dall'esecutivo (e dalle forze che lo eterodirigono) al fine di rafforzarlo e che l'unico "fronte" in lizza era quello governativo, coincidente in massima parte col PD (la percentuale del 40,89% ottenuta ieri è pressoché identica a quella registrata dal partito renziano alle Europee del 2014) mentre la stragrande maggioranza degli elettori che vi si è opposto è costituita da cittadini che, come tali, non hanno alcun obbligo di proposta politica né si identificano a prescidere con un partito. E non tralascerei nemmeno il significato del 35% rappresentato dagli astensionisti, ancora meno benevoli nei confronti di Renzi e dai suoi ministri mal tra insema.
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