venerdì 27 gennaio 2023

L'innocente

"L'innocente" (L'innocent) di Louis Garrel. Con Louis Garrel, Noémie Merlant, Roschdy Zem, Anouk Grinberg, Jean-Claude Pautot, Manda Touret, Léa Wiazemsky, Jean-Claude Bolle-Reddat e altri. Francia 2022 ★★★★1/2

Un poliziesco senza poliziotti, com'era nelle intenzioni del poliedrico Loius Garrel, qui regista e sceneggiatore oltre che interprete, declinato nel genere della commedia, ispirata a quella italiana degli anni d'oro più che a quella francese, come da dichiarazioni dello stesso autore, romantica, inter-generazionale, mai zuccherosa, decisamente brillante e imprevedibile: i colpi di scena e i cambi di prospettiva, fino al capovolgimento dei ruoli, si susseguono a tamburo battente nei 99' minuti di questo film decisamente divertente. Non manca lo spunto autobiografico: la madre di Garrel, l'attrice Brigitte Sy, aveva per anni lavorato in un carcere così come quella di Abel (un oceanografo che opera nell'acquario dl Lione), Sylvie, una frizzante Anouk Grinberg, fa scuola di teatro in un carcere ed è la terza volta che si innamora e si sposa con un suo allievo, un galeotto già rapinatore. Abel, consapevole delle inclinazioni folli della madre, è poco convinto della bontà dell'idea della e diffida di Michel (Roschdy Zem), specie quando questi, rimesso in libertà vigilata, trova chissà come i finanziamenti necessari per aprire un negozio di fiori in pieno centro assieme a Sylvie e si mette a spiarlo, seguendone i movimenti assieme alla collega a sodale Clémence, una solare e spumeggiante Noémie Merlant già molto apprezzata ne La giovane in fiamme), la sua migliore amica nonché quella della moglie di cui è rimasto prematuramente vedovo. Quando, scoperto nei suoi maldestri pedinamenti, conosce meglio Michel e le sue intenzioni, nel tentativo di proteggere ulteriormente l'ignara Sylvie e di non rovinarle l'ennesimo sogno d'amore col ritorno in galera del recidivo, Abel decide con Cémence di dargli una mano il film, che già era sulla buona strada diventa esilarante. Non tanto e non solo per gli ulteriori sviluppi della vicenda, solo apparentemente intricata ma che segue un filo logico perfettamente lineare fin dall'inizio e, soprattutto, ha un suo perché, ma per l'assoluta bravura degli interpreti nella parte di chi deve recitare una parte: e a istruire Abel e Clémence, che devono inscenare una lite tra innamorati ad uso e consumo di uno ignaro spettatore, è Michel, l'ex allievo nonché marito di Sylvie, nella parte di insegnante e regista: siamo al meta-cinema o meta-teatro, e in un trionfo della mimica che vale più di mille parole. Ho detto fin troppo della trama, quindi non vado oltre per non rovinare la festa a chi seguirà il mio consiglio di non perdersi questa rara folata di aria fresca: una pellicola dove tutto quanto funziona a meraviglia, compresa una colonna sonora scelta con accuratezza, che cade a proposito. Bravi tutti.

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